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Altroconsumo: il carovita taglia la capacità di spesa degli italiani

28 mar 2023 | 4 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.

altroconsumo il carovita taglia la capacita di spesa degli italiani

Le difficoltà sono maggiori al Sud e nelle isole

I salari fermi, l’aumento dell’inflazione, il caro energia, stanno mettendo a dura prova le finanze delle famiglie italiane. La necessità di sostenere pagamenti ricorrenti come le utenze domestiche e l’aumento del costo del ricorso al credito al consumo, che comprende prestiti personali e mutui prima casa (dovuto alla decisione della Bce di rivedere al rialzo i tassi di interesse) stanno causando un diffuso impoverimento della popolazione italiana.

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Ad attestarlo è il Termometro Altroconsumo, un’analisi effettuata dall’associazione di tutela dei consumatori, che stima, tramite un indice studiato ad hoc, il livello di difficoltà dei consumatori nell’affrontare le spese durante l’anno precedente, le differenze fra le aree geografiche e fra le tipologie di famiglia, insieme alle aspettative per l’anno a venire.

In  base al valore osservato tra chi dichiara difficoltà su tutte le sei dimensioni analizzate (gravi difficoltà economiche) e tra chi dichiara di non avere difficoltà per nessun ambito di spesa (nessuna difficoltà economica) sono stati individuate delle soglie che possono essere utilizzate per l’interpretazione del valore medio dell’indice. Per Italia sono le seguenti: da 0 fino a 30,8: gravi difficoltà economiche, da 30,9 fino a 50,8: alcune difficoltà economiche, da 50,9 fino a 100: nessuna difficoltà economica

L’indice sulla capacità di spesa è risultato intermedio e pari a 45,2, in diminuzione di un punto rispetto al 2021. Gli indici peggiori si registrano in Campania, Puglia, Umbria e Abruzzo.

Quali sono le voci di spesa “più pesanti”

L’organizzazione di consumatori - insieme alle altre presenti in Spagna, Belgio e Portogallo che fanno parte del network Euroconsumers - ha registrato un notevole peggioramento generale nella capacità di sostenere le spese in sei diversi ambiti analizzati: abitazione, mobilità, salute,  alimentazione, istruzione, cultura e tempo libero. L’indice italiano di quest’anno è pari a 45,2, il più basso di sempre da quando l’indagine viene svolta, dal 2018.

Nel 2022 sono aumentate considerevolmente le famiglie in difficoltà a sostenere le spese legate ad alimentazione e abitazione. Il 37% delle famiglie ha avuto problemi per quanto riguarda l’acquisto di cibo (+13 punti percentuali rispetto al 2021) e per il 49% è stato difficile coprire le spese legate all’abitazione (+9 punti). Stabili o in leggero aumento le percentuali di famiglie in difficoltà per gli altri ambiti di spesa: 43% per salute, 40% per la mobilità, 37% per cultura e tempo libero e 26% per istruzione.

Allo stesso tempo si registra una diminuzione delle famiglie che non hanno avuto problemi a coprire le spese per quanto riguardal’alimentazione, solo il 18%, ovvero 10 punti in meno rispetto al 2021, e mobilità (17%). Nel complesso aumentano le famiglie in gravi difficoltà economiche, ovvero con problemi per tutte e sei le dimensioni di spesa, che nel 2022 sono pari al 9%, quasi il doppio rispetto al 2021 (5%).

Le differenze tra regioni e tra famiglie

L’indagine si è soffermata sulle differenze fra le diverse zone della Penisola e fra le varie tipologie di famiglie. Come sempre, anche nel 2022 sono emerse importanti differenze fra Nord e Sud. Si nota, infatti, come le difficoltà a sostenere le spese siano maggiori al Sud e nelle isole (indice pari a 43,4) e al Centro (44,1) rispetto al Nordest (46,7) e al Nordovest (46,5). Rispetto allo scorso anno c’è un leggero riavvicinamento, con il valore del Termometro che diminuisce per tutte le aree tranne che per il Sud e le isole (+0,7 rispetto al 2021).

Nello specifico, le Regioni in cui si riesce ad affrontare meglio le spese restano quelle settentrionali. Ilvalore dell’indice è significativamente superiore alla media per: Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte. Quelle in cui la capacità di sostenerle è inferiore alla media sono: Campania, Puglia, Umbria e Abruzzo. Inoltre, emerge una sensibile differenza anche tra aree urbane e rurali, la situazione è migliore per le famiglie che risiedono in città.

Confrontando le diverse tipologie di nuclei familiari, si conferma una maggior agilità nella gestione delle spese fra le famiglie in cui entrambi i partner sono laureati (indice pari a 48,6) rispetto a quelle in cui non lo sono (41,2). La situazione appare più agevole per chi vive da solo rispetto alle famiglie numerose, all’aumentare dei componenti della famiglia, il valore dell’indice diminuisce (e quindi aumentano le difficoltà).

Le previsioni per il futuro

L’inchiesta ha fotografato anche la percezione degli italiani per il 2023. Quest’anno, gli italiani prevedono un ulteriore peggioramento della situazione, l’indice che riflette le aspettative per l’anno in corso è infatti inferiore di 2,7 punti rispetto a quello registrato per l’anno trascorso.

Quasi la metà degli intervistati (45%) ritiene che la sua famiglia avrà più difficoltà a sostenere le spese nel 2023 rispetto a quanto avvenuto nel 2022. Solo il 14% invece prevede che sarà più facile. Per quanto riguarda i risparmi, il 76% ritiene che sarà difficile per la propria famiglia mettere soldi da parte nel corso del 2023 (lo è stato per il 70% nel 2022) e ben il 45% immagina che sarà molto difficile se non impossibile farlo, rispetto al 35% che si è trovato in questa situazione nel 2022.

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