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Unire i prestiti col consolidamento

15 apr 2013 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

ragazza che conta le monete

Il mutuo per la casa, il prestito per l’auto, il finanziamento per il matrimonio dei figli, un aiutino per la ristrutturazione della casa: mettiamo che la situazione vi sia sfuggita di mano e che adesso abbiate diversi debiti da onorare. Come si fa? Le possibilità sono due: o il vostro reddito vi consente di far fronte a tutto senza troppa angoscia, voi siete organizzatissimi, non vi siete mai scordati neppure di una rata (anche perché magari usate il Rid) e quindi potete benissimo andare avanti così fino alla chiusura di tutti i fronti aperti; oppure vi siete resi conto che è dura gestire contemporaneamente le varie uscite, e a questo punto raccogliere in una sola le diverse voci di spesa vi farebbe proprio comodo.

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In questo secondo caso, una mano ve la può dare il consolidamento dei debiti. Si tratta di un prestito che consente di sommare tutti i debiti in un unico finanziamento. In pratica, si accende un nuovo prestito presso una banca o una finanziaria ottenendo la cifra che serve per estinguere all’istante tutti gli altri, siano essi presso un solo sportello o in tanti diversi. La natura del prestito per il consolidamento dei debiti dipende dall’importo. Se la cifra richiesta è sotto i 60mila euro, si può ricorrere a un prestito o alla cessione del quinto dello stipendio o della pensione. Se invece la somma supera il tetto dei 60mila, la strada più consigliata dagli esperti è quella di un vero e proprio mutuo, che consente di intascare un ammontare più alto e con tempi di rimborso più lunghi. Attenzione, però: il mutuo richiede un’ipoteca su un’immobile di proprietà e l’ipoteca, dal momento che comporta perizie e notai, aumenta il costo della pratica.

Altro beneficio del consolidamento è che si possono allungare i tempi inizialmente previsti per il rimborso alleggerendo le rate. Ma per poter richiedere questo tipo di finanziamento servono alcuni requisiti: in linea di massima bisogna risiedere in Italia, avere minimo 18 e massimo 70 anni d’età e possedere un reddito dimostrabile, tipicamente sotto forma di stipendio o pensione. Per avere più chance, è meglio presentarsi con un’anzianità lavorativa di almeno un anno.

I dettagli possono cambiare in base alla banca o alla finanziaria a cui ci si rivolge. E lo stesso vale per i documenti da presentare quando si fa domanda per il prestito, che comunque è precluso a chi ha subito pignoramenti o protesti. In generale, tra le altre cose occorrono la copia della carta d’identità, della patente o del permesso di soggiorno, la copia del codice fiscale e la busta paga, il modello unico o il cedolino della pensione. Se si ha un reddito dimostrabile è sufficiente la firma di chi richiede il prestito, ma la presenza di un garante moltiplica le possibilità di ricevere i soldi. Infine è importante l’assicurazione sul finanziamento, che l’istituto di credito in genere propone al cliente e che dà una copertura in caso di decesso o di invalidità temporanea o permanente.

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