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Prestiti di fine anno per spese mediche

17 dic 2018 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

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Siamo di nuovo in prossimità di quel periodo dell’anno nel quale dipendenti e pensionati ricevono la tredicesima, ovvero quella mensilità aggiuntiva che solitamente viene erogata poco prima del Natale a supporto delle spese che si suppone si debbano sostenere in questo periodo dell’anno: pranzi, cene, regali e, perché no, magari anche brevi vacanze.

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Insomma, fa parte della tradizione e altrettanto tradizionalmente è considerata uno stimolo ai consumi. Peccato che, secondo un recente studio dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, i circa 36,4 miliardi di euro delle tredicesime 2018 andranno in grossa parte a sostenere spese – diciamo così – “di prima necessità” piuttosto che di piacere: rate dei prestiti e/o dei mutui in corso, premi assicurativi, ma anche bollette e scadenze fiscali. Ma non solo: l’Osservatorio Federconsumatori fa sapere anche che, rispetto al passato, c’è una novità sulla destinazione di questo “bonus” di fine anno. E riguarda la nostra salute e il sistema sanitario nazionale. Il dato è confermato anche da un'altra indagine, questa volta di SWG.

“Alla luce delle lunghe liste di attesa della sanità pubblica e dei costi crescenti per le visite mediche”, riferisce l’ONF, “sono molte le famiglie che rimandano a questo momento dell’anno controlli, visite specialistiche e appuntamenti con il dentista, alla luce della maggiore disponibilità economica”. Lo studio dell’Osservatorio Federconsumatori stima che a questa importante voce di spesa sarà destinato il 9,8% della tredicesima, una quota che in denaro sonante corrisponde a ben 3,56 miliardi di euro. Il che fa il paio con i dati portati recentemente all’attenzione dall’Osservatorio congiunto di Facile.it e Prestiti.it, secondo il quale le richieste di prestiti personali per spese mediche sono in aumento, dal 3,7% del 2017 al 5% del 2018. Sì, perché in caso di necessità – e sempre che il proprio budget mensile lo consenta – non c’è bisogno di aspettare la tredicesima per poter prenotare una visita o una prestazione medica: il mercato propone diverse soluzioni per chi ha questa finalità di spesa.

Due, lo ricordiamo, sono le opzioni: sottoscrivere un prestito finalizzato presso la clinica nella quale si riceve la prestazione oppure, in alternativa, chiedere un prestito personale, che come tale non è vincolato all’obiettivo di spesa e può essere liberamente e autonomamente gestito da chi lo riceve. Nel prestito finalizzato la somma assegnata attraverso il prestito non viene accreditata al paziente ma alla clinica, che viene così subito remunerata per il suo servizio; il paziente dovrà poi rimborsarla tramite rate periodiche alla banca o alla finanziaria che l’ha erogata. Ma torniamo, in chiusura, all’Osservatorio Nazionale Federconsumatori entrando un po’ più nel dettaglio dei numeri. Il primo posto per incidenza sul totale della tredicesima spetta al pagamento delle rate di prestiti e mutui, con 8,4 miliardi di euro che corrispondono a una quota del 23,1% dell’importo complessivo. A seguire, bollette e utenze con il 21,7%, che equivale a 7,9 miliardi di euro, e tasse, che drenano 7,2 miliardi (19,8% del totale). E per i regali, i pranzi, le cene e gli eventuali viaggi, alla fine, quanto resta? Poco più di 4 miliardi di euro, di cui 2,23 confluiscono nelle tasche dei lavoratori e 1,78 in quelle dei pensionati.

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