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L’evoluzione del credito

26 lug 2024 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

A ripercorrere la lunga storia della tutela del credito al consumo in Europa è un recente documento pubblicato dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e dalla Fondazione nazionale dei commercialisti e intitolato “L’effettività della tutela e il caso Lexitor: la restituzione dei costi nei rimborsi anticipati di credito al consumo”.

In Europa, la prima direttiva a tutela del credito al consumo è stata la 87/102/CEE, poi sostituita dalla direttiva 90/88/CEE, modificata dalla 98/7/CEE, successivamente abrogata con l’introduzione della direttiva 2008/48/CE, relativa ai contratti di credito ai consumatori. Il recepimento di quest’ultima ha portato, qui da noi in Italia, all’emanazione del decreto legislativo 141/2010. Ma non è finita qui. Come abbiamo scritto un po’ di tempo fa, questa direttiva a breve verrà sostituita dalla 2023/2225.

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Molto è cambiato negli anni e molto ancora sta cambiando

Ecco perché si è reso necessario un nuovo sistema di regole che tenga in considerazione il rinnovato contesto economico e anche digitale, regolamentando in modo uniforme tutto il mercato europeo.

Così, nel 2026 la nuova direttiva (UE) 2023/2225 del Parlamento europeo prenderà il posto della direttiva 2008/48/CE, puntando ad allargare l’infrastruttura delle tutele dei consumatori: offerte più chiare e più stringenti obblighi di verifica del merito creditizio, con relativa responsabilità del finanziatore se per caso eroga incautamente il credito, tralasciando tutte le dovute verifiche a tutela sua e del debitore.

Certo, la conseguenza potrebbe essere quella di una maggiore severità e difficoltà di accesso al credito. Sarà perciò ancora più importante non lasciare i consumatori da soli. “In tale contesto”, si legge nel documento, “assume certamente grande rilevanza la competenza di professionisti a supporto delle scelte economico-finanziarie dei consumatori”.

Prestito personale, finalizzato, cds: il perimetro del credito

Il documento è utile anche a ripercorrere il perimetro del credito al consumo. Un perimetro nel quale rientrano, tra gli altri, il prestito personale o non finalizzato, il prestito finalizzato o “credito collegato” e la cessione del quinto dello stipendio.

  • Il prestito personale viene richiesto e concesso per soddisfare generiche esigenze di liquidità. Il finanziatore versa una certa somma al consumatore, il quale si impegna a rimborsarla a rate dietro garanzia fideiussoria e/o polizza.
  • Il prestito finalizzato è vincolato all’acquisto di un bene o di un servizio e dunque avrà lo stesso valore del bene o servizio acquistato. Il finanziatore lo eroga al venditore e l’acquirente dovrà restituirglielo a rate.
  • Il prestito contro cessione del quinto prevede la trattenuta di una rata pari a un quinto direttamente dallo stipendio o dalla pensione.

Minimo comune denominatore, il fatto che il consumatore è chiamato a rimborsare il creditore mediante versamenti dilazionati. E che, prima di concederlo, il finanziatore deve valutare il merito creditizio del cliente, cioè la sua capacità di restituire la somma presa a prestito: un vero e proprio check-up, per valutare la sua solvibilità.

Credito al consumo: chi è che lo eroga?

A concedere finanziamenti di credito al consumo sono le banche o gli intermediari finanziari autorizzati, che possono servirsi di agenti e mediatori creditizi iscritti in un apposito Albo.

La nuova direttiva impone ai finanziatori maggiori obblighi in materia di trasparenza e correttezza nei rapporti con la clientela, con particolare riguardo al consenso, al servizio di consulenza ai consumatori, al merito creditizio, alle condizioni contrattuali. Sono inoltre espressamente vietate alcune prassi specificatamente definite come “prassi scorrette”.

Estinzione anticipata: la sentenza “Lexitor”

La sentenza Lexitor, lo ricordiamo, è la sentenza della Corte di Giustizia europea che, nel settembre del 2019, ha stabilito che in caso di rimborso anticipato del credito il consumatore ha diritto alla riduzione della quota parte di tutti i costi posti a suo carico.

È stata, nel suo genere, una sentenza storica, che ha evidenziato come il mercato del credito in Europa fosse pronto per un ulteriore scatto in avanti. A tutela dei consumatori.

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