Il prestito personale si prescrive dopo 10 anni
2 ott 2017 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Il rimborso del prestito si interrompe? Ebbene, sappiate che il vostro creditore ha 10 anni di tempo per far valere il suo diritto a vedersi restituito il finanziamento. La prescrizione dei prestiti personali è un tema su cui è tornato il portale di informazione e consulenza legale Laleggepertutti.it il quale ricorda che il prestito personale si prescrive dopo 10 anni: questo arco di tempo scatta a partire dalla scadenza dell’ultima rata non versata. Ciò alla luce dell’articolo 2946 del codice civile, il quale regola per l’appunto la prescrizione ordinaria: l’articolo sancisce che “salvi i casi in cui la legge dispone diversamente, i diritti si estinguono per prescrizione con il decorso di 10 anni”. Questo, sottolinea Laleggepertutti.it, vale anche per il diritto del creditore di rientrare in possesso della somma erogata in prestito al debitore e degli interessi maturati sulla base dei tassi stabiliti nel contratto di finanziamento e comprendenti le varie spese connesse alla pratica.
Attenzione, però: la prescrizione del diritto non va intesa come una scappatoia per smettere di pagare le rate del prestito e vivere felici. Se si hanno difficoltà a far fronte alle scadenze del rimborso, ci si deve confrontare con il creditore e fare leva, per esempio, sul consolidamento debiti o sulle possibilità introdotte dalla legge sul sovraindebitamento. È importante capire questo perché un creditore che di fronte all’insolvenza del debitore non si fa vivo per 10 anni non è quello che di solito succede. In genere, davanti a un ritardo nel versamento di una rata o di una serie di rate, la banca o la finanziaria agisce inviando innanzitutto un sollecito di pagamento. Scatta poi la maggiorazione degli interessi, dal momento che il creditore applica la mora prevista dal contratto. E se il creditore si vede costretto a ricorrere al recupero crediti, può chiedere al consumatore di accollarsi i costi di questo tipo di intervento. Come extrema ratio, può invocare la risoluzione unilaterale del contratto e imporre al debitore di restituire subito capitale e interessi.
Non solo: il ritardato o mancato versamento delle rate finisce dritto nei Sistemi di informazioni creditizie, che registrano tutto quanto rientra nel “curriculum” del debitore: non solo le luci - e dunque i pagamenti puntualmente avvenuti e i finanziamenti regolarmente estinti - ma anche le ombre. E dal momento che le banche e le finanziarie consultano i Sic ogni volta che vengono interpellate in merito alla richiesta di un finanziamento, eventuali “buchi neri” nel proprio passato creditizio possono pesare sulle possibilità di accedere a un nuovo prestito e sui costi per ottenerlo. Quindi, ricapitolando: il diritto di credito si estingue trascorsi 10 anni dalla scadenza dell’ultima rata non pagata senza che il creditore abbia fatto niente per esercitarlo. “Niente” vuol dire proprio “zero”: quindi, anche zero solleciti. Basta una raccomandata, infatti, a far ripartire da capo il conteggio per la prescrizione. Il creditore che invece bussa alla porta del debitore dopo 10 anni non può più pretendere alcun versamento dal debitore. Il quale, a sua volta, è libero da ogni obbligo.
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