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Cosa fare quando serve un prestito?

9 apr 2021 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

Come sono cambiate le condizioni economiche e le aspettative delle famiglie durante la seconda ondata di Covid-19?

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A fine novembre la Banca d’Italia ha realizzato la terza edizione dell’Indagine straordinaria sulle famiglie italiane, conducendo apposite interviste per tracciare un quadro.

Queste interviste, spiega Bankitalia, sono state fatte in un momento in cui le misure restrittive per contenere la seconda ondata si facevano sempre più stringenti e – aggiungiamo noi – forse anche per questo riflettono condizioni economiche in peggioramento rispetto alla rilevazione estiva.

Meno brutte, però, se messe in confronto con quelle della primavera dello scorso anno.

Un prestito per far fronte alle spese correnti

Redditi, debiti, risparmi: come se la passano le famiglie italiane? Per quanto riguarda i debiti, quasi il 40% degli affittuari e oltre il 30% delle famiglie indebitate, riferisce Bankitalia, “hanno dichiarato di avere difficoltà nel sostenere il pagamento dell’affitto o delle rate del debito”.

E sempre più il prestito assume, agli occhi degli italiani, l’aspetto di una convincente via d’uscita da una situazione nella quale, purtroppo, il reddito non basta a far fronte alle spese correnti e il risparmio scarseggia.

Dall’inizio dell’epidemia, ci spiega la Banca d’Italia, “circa il 15% delle famiglie ha richiesto o ha preso in considerazione la possibilità di richiedere un prestito a una banca o a una società finanziaria, indicando come motivazione principale la necessità di disporre di liquidità e di finanziare le spese correnti”.

Ma in una situazione di difficoltà come quella descritta, un prestito personale può davvero essere una soluzione?

La regola numero uno per chiedere un prestito

Sì, certo, può esserlo. Ma a precise e determinate condizioni.

Il prestito, infatti, è senza dubbio uno strumento molto utile – così come lo è il mutuo – ma va chiesto e valutato con mente lucida e piedi ben saldati a terra.

Le condizioni finanziarie vostre e della vostra famiglia – la presenza di una o più entrate reddituali, di altri prestiti in corso di restituzione, di spese varie ed eventuali – vi inducono a ritenere che riuscirete a far fronte a un impegno aggiuntivo? Potete contare – in alternativa o in aggiunta – su una persona disposta a farvi da garante, impegnandosi a pagare in caso di inadempienza vostra?

Vero è che, prima di concludere il contratto o di concedere un aumento significativo dell’importo di un credito, il creditore ha l’obbligo di valutare la capacità di rimborso del consumatore.

Ma è anche bene che sia il consumatore stesso a fare un’autovalutazione prima di muoversi in direzione di un finanziamento, tanto più se corposo. Onde evitare di subire il famigerato passaggio dalla padella alla brace.

Troppi debiti: cosa può fare il consumatore?

Ci sono diversi modi per uscire da una situazione di difficoltà e noi, in questo nostro spazio, ne abbiamo parlato tante volte: rinegoziazioni, consolidamento debiti, sospensioni temporanee dei pagamenti, fino alle soluzioni previste nell’ambito della legge 3/2012, che regola le procedure per la risoluzione delle crisi da sovraindebitamento.

Procediamo per gradi. Di fronte alle difficoltà del debitore, spesso è il creditore stesso a proporre una via d’uscita mediante rinegoziazione del debito. La rinegoziazione consente generalmente di estendere la durata del piano di rimborso e di ridurre così l’ammontare della rata e il suo peso sul bilancio della famiglia.

Altra strada, l’abbiamo accennato, è quella del consolidamento, che fa sì che si possa chiedere a un creditore – quello con cui abbiamo già un rapporto o uno diverso – un nuovo finanziamento per estinguere tutti i finanziamenti preesistenti. In questo modo, il debitore avrà da gestire una sola voce di spesa, ovvero la rata dell’unico prestito che va a rimpiazzare quelli precedenti.

Poi c’è la legge 3/2012, che è stata oggetto di riforma con il decreto legislativo 14/2019, contenente il “Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza”. Una procedura prevista in questo ambito è l’esdebitazione, ossia la definitiva liberazione del debitore da tutti i debiti residui che non è in grado di pagare: l’esdebitazione è stata protagonista di novità proprio nel 2020, l’anno terribile della pandemia di Covid-19.

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