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Come difendersi dall’usura?

23 apr 2021 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

A cadenza periodica, e con una certa frequenza nei periodi economicamente più complicati come quello che stiamo attraversando da un anno a questa parte, i mezzi d’informazione ci riportano casi di cronaca all’insegna dell’usura.

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L’usura è un vero e proprio reato che, ci spiega la Banca d’Italia nella sua guida al credito ai consumatori, “consiste nel prestare denaro a tassi considerati illegali perché troppo alti”, e perciò “tali da rendere il rimborso del prestito molto difficile o impossibile”.

Giorni fa, per esempio, l’occhio ci è caduto su una vicenda raccontata dal Corriere.it.

Un recente caso di usura: cos’è successo?

Protagonista un uomo che a un certo punto si è trovato nella necessità di chiedere un prestito. Solo che – stando a quanto riportato dal giornale online – non è riuscito a ottenerlo presso banche e finanziarie perché risultava già abbastanza indebitato, tra mutuo e altri finanziamenti.

Quindi, ecco l’abbaglio: il conoscente di un conoscente che, volendo, può dare una mano. Ahinoi, non gratuita: costosa, costosissima. L’uomo si è ritrovato presto a dover restituire praticamente il doppio della somma ricevuta in prestito. Alla fine, la via d’uscita: si è rivolto alla Guardia di Finanza.

Un riepilogo, il nostro, volutamente ridotto all’osso per evidenziare gli elementi salienti della storia. Elementi, purtroppo, ricorrenti nelle vicende di usura. La prima regola che ci sentiamo di ricordarvi oggi, quindi, è: lasciate stare gli amici degli amici e restate dentro i canali ufficiali del credito.

Anche perché le società bancarie e finanziarie riconosciute e autorizzate dalla Banca d’Italia – e da questa vigilate – sono tenute a rispettare precisi limiti nei tassi di interesse applicati ai finanziamenti. Uno, in particolare: quello della soglia di usura.

Cos’è la soglia usura?

È quella soglia oltre la quale il costo del finanziamento non può andare, altrimenti diventa illegale.

Come si individua? Grazie al Tasso effettivo globale medio, Tegm in sintesi, che rappresenta la media trimestrale dei Tassi effettivi globali, i Teg, applicati da tutti i finanziatori alle singole categorie di finanziamento (credito personale, credito finalizzato, credito su cessione del quinto, e via dicendo).

Il Tegm, ci spiega la Banca d’Italia, “tiene conto di tutte le spese connesse al finanziamento, escluse quelle per imposte e tasse”.

Ma la soglia usura? Eccola: una volta individuato il Tegm, la Banca d’Italia gli somma un ulteriore tot di punti percentuali. Il risultato di questa operazione è quel tetto oltre il quale, per l’appunto, entriamo nel campo minatissimo dell’usura.

Sapere se il tasso applicato al finanziamento che abbiamo richiesto e ottenuto è legale oppure no è quindi abbastanza semplice: basta andare a guardare il tasso soglia del tipo di finanziamento che abbiamo in corso – personale, finalizzato, cessione del quinto, eccetera – e compararlo con il tasso effettivo applicato al finanziamento che ci è stato concesso.

Ok, ma come fare a conoscere il valore medio del tasso effettivamente applicato dal sistema bancario e finanziario alle varie categorie creditizie? Semplice: i creditori sono tenuti a esporre sui loro siti o nei locali dei loro sportelli la tabella che riporta i tassi soglia.

Una tabella che, in ogni caso, possiamo consultare anche sul sito della Banca d’Italia: l’autorità la aggiorna trimestralmente e a fine marzo ha pubblicato quella valida per il secondo trimestre 2021.

Il calcolatore di Altroconsumo

A questo punto, ci sembra utile segnalare uno strumento messo a disposizione dall’associazione dei consumatori Altroconsumo: un calcolatore online che consente di verificare se “il tasso che ti hanno applicato potrebbe essere più alto del tasso soglia ai fini dell’usura”.

Per utilizzarlo, occorre inserire le indicazioni precise su tassi e spese, riportate sul contratto di mutuo o prestito siglato con la banca o la finanziaria.

Cosa fare se il tasso risulta usuraio? Innanzitutto, un reclamo alla società bancaria o finanziaria che ha concesso il finanziamento.

In assenza di un riscontro, sarà possibile rivolgersi all’Arbitro bancario e finanziario. E se l’Abf dovesse mai prendere una decisione che non incontra la soddisfazione del debitore, il debitore potrà portare la questione all’attenzione di un giudice.

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