Come attrezzarsi per dad e smart working

“Maestà, il popolo chiede pane”. “Dategli un dispositivo tecnologico”. Se Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena fosse viva e regnante nella nostra epoca, forse le verrebbe attribuita questa frase.

Già, perché in quest’anno di pandemia Covid gli aggeggi tech sono stati – e sono tuttora, visto che l’emergenza pandemica è ancora in corso – indispensabili quasi quanto il cibo.

Tra didattica a distanza e lavoro da remoto, tecnologia e connessione a internet hanno smesso di essere un “di più” e sono diventate un “mai più senza”.

Non solo dovere, ma anche piacere: i dispositivi tech di ultima generazione si sono confermati essenziali anche nelle attività di e-commerce e intrattenimento social e con smart tv.

Questo cambio d’umore sulla tecnologia – divenuta appunto bene primario – ha condizionato le scelte di consumo e le ragioni che spingono a chiedere un prestito. E una conferma in tal senso arriva dall’Osservatorio Mensile Findomestic di marzo.

Sei italiani su 10 hanno comprato almeno un dispositivo tech

L’Osservatorio è realizzato dalla società di credito al consumo del gruppo BNP Paribas in collaborazione con Eumetra.

Nella sua più recente edizione mensile leggiamo che il 65% degli italiani “ha acquistato almeno un dispositivo tecnologico nell’ultimo anno”.

Il 27% ha investito in un nuovo smartphone, che si conferma al primo posto tra le dotazioni tecnologiche con quasi tre apparecchi per famiglia in media.

Lo smartphone c’è, ma manca la connessione veloce

Ma cos’è uno smartphone senza una connessione che gli consenta di navigare velocemente e ovunque? L’Osservatorio Findomestic di marzo ci rivela che quasi la metà del campione sentito (il 43%) ha in famiglia tre smartphone o anche più, ma in compenso il 45% è “sprovvisto di una connessione veloce (adsl o fibra)”.

In ogni famiglia ci sono in media 1,6 personal computer, 1,1 smart tv e una stampante. Ma se questa è, appunto, la media, l’effettiva distribuzione è tutt’altra cosa.

Va comunque detto che in quest’epoca di lavoro e didattica a distanza sono in molti a poter contare su almeno un dispositivo tra pc fisso o portatile e tablet (senza contare lo smartphone, comunque utile per lezioni, interrogazioni, esami, videoriunioni, videoconferenze e via dicendo).

Cosa manca a chi lavora o studia da casa?

“Dall’inizio della pandemia”, ci dice l’Osservatorio, “il 70% del campione ha vissuto in famiglia l’esperienza dello smart working e della didattica a distanza”, e “il 44% la sta vivendo ancora adesso”.

Ma all’81% manca qualcosa che permetta di lavorare e studiare da remoto “in maniera confortevole”: uno spazio apposito (36%), una sedia ergonomica (34%), una connessione migliore (29%), una scrivania (18%), un pc (16%), una stampante (12%), un tablet (9%) o altro.

Non stupisce quindi che ai primi posti della “lista della spesa” per i prossimi mesi ci siano una seduta più comoda (menzionata come prossimo acquisto dal 15% del campione) e una connessione veloce (citata dal 12% degli intervistati).

Al terzo posto, con un 8%, c’è l’idea di destinare un gruzzoletto alla realizzazione di un angolo dedicato.

Un prestito può aiutare a realizzare il piano di spesa

A chi vuole chiedere un finanziamento (e ha i requisiti per farlo), segnaliamo tre possibilità:

  • il prestito personale, non vincolato all’obiettivo di spesa;
  • il prestito finalizzato, che invece è strettamente vincolato all’obiettivo di spesa;
  • la cessione del quinto, se si è dipendenti o pensionati.

L’Osservatorio Findomestic ci dice che a fine febbraio il 45% degli intervistati “si è detto propenso all’idea di acquistare un bene a rate”, a fronte del 51% di fine gennaio.

Piace l’idea del prestito finalizzato, primo tra le preferenze con il 55%, ma aumenta la quota di chi guarda al prestito personale (dal 31% al 34%).

Il credito al consumo si sceglie più per convenienza e per le promozioni che per necessità, ma c’è chi vi fa ricorso per non intaccare il risparmio o perché lo considera un comodo strumento di pagamento.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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