Abi contro i cybercriminali
1 ago 2017 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Credito al consumo e trappole informatiche, come difendersi? Può capitare a ciascuno di noi, per esempio, di ricevere per posta elettronica o tramite messaggi di testo sul cellulare accattivanti promozioni di prestiti alle classiche condizioni che, come recita la famosa battuta cinematografica, non si possono proprio rifiutare. Attenzione però a cliccare su qualunque link. Nel fare il punto sulla lotta ai crimini informatici, l’Associazione bancaria italiana, che raccoglie gli operatori del settore, elenca cinque raccomandazioni importanti. Innanzitutto, ignorare qualunque richiesta di dati sulle nostre carte di pagamento e sul nostro conto online. Poi - e questo è essenziale - collegarsi al sito web della nostra banca inserendone sempre l’indirizzo direttamente nella barra di navigazione, evitando accuratamente di cliccare su ogni link che sia stato ricevuto per email oppure via sms. Di conseguenza, guardare con sospetto a ogni messaggio, anche se all’apparenza autentico, ricevuto per posta elettronica oppure attraverso sms o social network, il quale contenga un invito a scaricare documenti o programmi.
E ancora: controllare con regolarità i movimenti del proprio conto per sincerarsi che le transazioni registrate corrispondano a quelle realmente effettuate. L’ultima raccomandazione è più “tecnica” ma altrettanto fondamentale: installare e mantenere aggiornato sistema operativo e antivirus e notare se le prestazioni generali del nostro servizio di home banking o del computer mostrano rallentamenti o episodi strani, come per esempio l’apertura di finestre non richieste, sintomi questi di una possibile infezione contratta dal pc. Da parte sua, l’Associazione bancaria italiana garantisce che l’impegno degli operatori del comparto finalizzato a contrastare i crimini informatici sta crescendo, anche per mezzo dell’impiego di strumenti di ultima generazione e di procedure sempre più all’avanguardia capaci di rilevare e bloccare in modo tempestivo eventuali movimenti che potrebbero poi risultare veri e propri tentativi di frode.
Ogni anno, fa sapere l’Abi, “le banche italiane spendono oltre 250 milioni di euro per la sicurezza informatica e sono sempre più impegnate a contrastare questo fenomeno criminale anche attraverso iniziative di formazione del personale, campagne di sensibilizzazione dei clienti e un’attenta e continua azione di monitoraggio, volta a individuare e bloccare le operazioni anomale e potenzialmente fraudolente”. In scia a questo lavoro e alla collaborazione con le forze dell’ordine, l’Abi riferisce che il 95% delle operazioni fraudolente viene bloccato. E i clienti vittime di frode rappresentano lo 0,002% del totale di quanti usano l’home banking: in pratica, uno su 50mila. L’Abi ricorda poi che dal primo gennaio di quest’anno è operativo il Certfin, sigla che sta per Computer emergency response team finanziario italiano: il suo obiettivo è quello di rafforzare la capacità di risposta e reazione alle minacce informatiche, che evolvono insieme con le stesse tecnologie. Addestramento dei dipendenti sui temi della sicurezza, tempestiva circolazione delle informazioni sulle nuove minacce in corso e studio e condivisione delle contromisure necessarie presso tutti gli operatori bancari e finanziari attivi in Italia: ma è essenziale anche la collaborazione dei clienti delle banche. Da qui l’importanza di tenere a mente e seguire le cinque raccomandazioni impartite dall’Associazione bancaria italiana. Per dormire sonni tranquilli.
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