A chi ci si deve rivolgere per un prestito

A chi posso rivolgermi per ottenere un prestito? La risposta è una e una sola: a una banca o a una finanziaria autorizzata. Le quali possono avvalersi di agenti in attività finanziaria e mediatori creditizi. Gli uni e gli altri sono intermediari del credito iscritti negli elenchi gestiti dall’Organismo degli agenti e dei mediatori (Oam). La differenza tra le due figure è la seguente: mentre gli agenti operano per conto del creditore e possono concludere il contratto di finanziamento, i mediatori creditizi sono indipendenti e possono solamente promuovere il prestito senza concludere il contratto. Agli uni e agli altri spetta un compenso per il servizio svolto. È saggio verificare sempre e in ogni caso che l’intermediario sia iscritto negli elenchi dell’Oam, onde evitare brutte sorprese e raggiri. Gli elenchi, che si possono consultare sul sito dell’Organismo, sono particolarmente utili perché contengono fra l’altro le informazioni relative alla regolarità dell’intermediario. Se è iscritto ma con noi non si comporta correttamente, possiamo inoltrare apposita segnalazione all’Oam. In alcuni casi, la banca o la finanziaria possono svolgere il ruolo di intermediario proponendo i prestiti di altre banche o società.

Ricordiamo che per i prestiti finalizzati ci si può rivolgere direttamente al punto vendita, dove è il rivenditore a preparare il contratto. In generale, il creditore o l’intermediario hanno l’obbligo di dare al cliente le informazioni utili per soppesare l’offerta e confrontarla con quella di altri operatori. È un momento essenziale, nel quale il consumatore illustra le sue esigenze e preferenze. Il finanziatore o l’intermediario sono tenuti a consegnargli il modulo Secci, ovvero il documento con le informazioni basilari che permettono al consumatore di fare le dovute valutazioni prima di siglare il contratto di finanziamento o la proposta irrevocabile. Il principale esame da fare riguarda le proprie entrate: consentono di onorare le rate mese per mese? Nella sua guida al credito, Bankitalia consiglia di tenere conto del fatto che, nel corso della vita del finanziamento, possono sempre verificarsi accadimenti non previsti tali da comportare ulteriori spese, per esempio per la salute, l’abitazione o i figli, o minori entrate, per via della perdita del posto di lavoro o di malattie.

Ciò vale soprattutto quanto c’è già un altro - o più di uno - finanziamento in corso: il rischio insolvenza in questi casi è maggiore. Ecco allora che prima di aprire la pratica il creditore esamina la capacità di rimborso del consumatore. E lo fa chiedendo, oltre al documento d’identità o di soggiorno e al codice fiscale, la busta paga al lavoratore dipendente, la dichiarazione dei redditi ai liberi professionisti o ai lavoratori autonomi e il cedolino della pensione oppure la certificazione dell’Inps ai pensionati. Essenziale, per la banca o per la società finanziaria, visionare anche la documentazione relativa ad altri eventuali finanziamenti in corso. Il creditore, infine, potrebbe domandare la garanzia di una terza persona disposta a impegnarsi a subentrare al debitore nel caso di sua inadempienza. Ovviamente, anche il garante è chiamato a presentare al finanziatore tutta la documentazione relativa alla sua capacità di rimborso.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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