Gli europei e il denaro

Rapporto col denaro critico in mezza Europa

Il 25% degli intervistati arriva a stento a fine mese

Pubblicato il 29 marzo 2018

Dagli spagnoli ai tedeschi, dagli italiani ai polacchi, il rapporto con il denaro si conferma complicato in tutta Europa, a prescindere dalle differenze in termini di costo della vita e di retribuzione mensile.

Lo afferma una ricerca condotta da Kantar Tns per conto del Gruppo KRUK, multinazionale polacca specializzata nella gestione dei crediti in Europa.

L’agenzia di ricerche di mercato ha analizzato come il reddito e il budget disponibili influenzano il comportamento della gestione del risparmio in sette paesi europei (Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Slovacchia, Germania, Italia e Spagna) prendendo in esame le preoccupazioni di tipo finanziario, dalla gestione del budget fino al comportamento d’acquisto.

La ricerca, svolta su un campione di persone appartenenti diverse categorie professionali quali servizi, commercio, costruzioni, trasporti, banca e finanza, IT, sanità e istruzione, rivela come solo il 6% degli intervistati si senta tranquillo relativamente alla propria situazione finanziaria contro un 25% che stenta ad arrivare a fine mese.

Lo sforamento del budget mensile è frequente per il 58% dei lavoratori dell’area dei servizi, il 50% di quelli del commercio e il 46% dei bancari. Quest’ultimi, però, forse proprio in virtù delle proprie competenze in materia, sono anche i più propensi a chiedere un prestito: il 31% di chi lavora nel settore finanziario ha un mutuo o un prestito, contro il 16% di chi lavora nelle costruzioni, la categoria di lavoratori che risulta la meno propensa a indebitarsi.

La puntualità nei pagamenti delle rate di rimborso è un altro tasto dolente. Fanno più fatica a rispettare le scadenze i lavoratori del commercio, servizi e trasporti. In queste categorie infatti si registrano le percentuali più alte di chi almeno una volta non ha fatto fronte ai propri impegni in tempo.

Commercio (43%), servizi (38%) e trasporti (35%): in queste categorie di lavoratori si registrano le percentuali più alte di chi almeno una volta non ha rispettato i termini di pagamento di un prestito, mutuo o altre spese fisse quali spese condominiali o bollette. Più puntuali insegnanti (21%), bancari (22%) e impiegati dell’industria IT (29%). Ma quali sono i motivi che non permettono di far fronte ai propri doveri finanziari?  La perdita del lavoro in famiglia risulta essere la prima causa di ritardo nei pagamenti per tutte le categorie di lavoratori, tranne per chi è occupato nel settore IT e nella sanità dove le spese impreviste risultano essere la causa principale.
 

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Il profilo dell'autore

Rosaria Barrile, giornalista professionista nata a Milano e laureata in Scienze Politiche, ha iniziato nel 2004 ad occuparsi di prodotti e servizi bancari e assicurativi per conto di un periodico specializzato e da allora non ha mai smesso.

In passato ha collaborato, tra gli altri, con il settimanale Soldi, la testata on line Etica News e il portale dedicato alle donne alfemminile.com. Ha condotto i servizi esterni della trasmissione Salvadenaro, programma di educazione finanziaria andato in onda sul canale 7Gold. Collabora attualmente con le testate on line Lamiafinanza.it, Lamiafinanza-green.it, Lamiaprevidenza.it, Banca e Mercati, e i mensili Largo Consumo e Bluerating.

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