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La mappa dei rincari 2022 secondo Unc e Codacons

27 gen 2023 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.

la mappa dei rincari 2022 secondo unc e codacons

Il 2023 non si preannuncia migliore

Ripercussioni economiche della guerra in Ucraina, caro energia e inflazione galoppante. Sono questi i primi tre driver della crescita delle spese per le famiglie italiane. A tracciare un bilancio della mappa dei rincari sono Unione Nazionale Consumatori e Codacons che segnalano uno scenario complesso, che se non richiede l'intervento di prestiti personali nel nucleo famigliare poco ci manca.

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Unc, olio e burro primi nei rincari

L’Unione Nazionale Consumatori si dedica agli aumenti dei prezzi alimentari e al peso dell'inflazione sulla spesa. Al primo posto per rincari spicca l'olio alimentare (diverso dall’olio di oliva) rincarato del 51,5%. Dietro ci sono burro (+28,2%), zucchero (+19,8%) e farina (+18,5%).

Per quanto riguarda i rincari in euro, dai calcoli Unc emerge che nel 2022 ogni famiglia ha speso oltre 60 euro in più per la verdura, oltre 30 euro in più per la frutta fresca, i formaggi e o latticini, quasi 30 euro in più per il pane e 24 euro in più per la pasta.

Pesano vegetali e frutta fresca

Analizzando i rialzi alimentari sula base dei dati Istat, la classifica dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche che hanno pesato maggiormente sulle tasche degli italiani vedono al primo posto i vegetali freschi con una spesa supplementare di 63,3 euro rispetto al 2021, a fronte di un’inflazione media del 14,3%. Al secondo posto ecco la frutta fresca che, con l’inflazione al 7,3%, costa 32,3 euro in più mentre formaggi e latticini sono terzi con una stangata pari a 32,1 euro rispetto al 2021 e un'inflazione al +8,6%.

Appena più giù c'è il pollame (+13,5%, pari a 31,2 euro in più), il pane (+11%, +28,8 euro). Al sesto posto c'è la pasta (+17,3%, +24,3 euro) e poi la carne bovina (+5,9%, +22,4 euro), prodotti di pasticceria e panetteria come crackers, piadine, fette biscottate (+7,8%, +20,2 euro) e pesce fresco (+8,3%, +18,3 euro).

Chiudono la top ten i salumi (+5,1%, +15,1 euro). Rincari di spesa anche per le uova (+12,8%) e l’olio di oliva (+8,2%), ex aequo con +9,6 euro di spesa maggiorata: la pizza, è costata 9,1 euro in più (16° posto, +6,9%), i gelati 8,8 euro (17°, +13,1%), il caffè 8,1 euro (19°, +5,7 euro). Chiude la top 20 il burro con 7,9 euro, al 2° posto in quanto a inflazione (+28,2%).

Codacons, allarme anche per il 2023

“La guerra in Ucraina e il caro-energia hanno determinato rincari a cascata a danno degli italiani, erodendo il potere d’acquisto delle famiglie e modificando profondamente le abitudini dei cittadini - spiega il presidente Codacons Carlo Rienzi - Un allarme che, purtroppo, non è cessato, e sembra destinato a perdurare anche nel 2023: già nelle prossime settimane potremmo assistere a una nuova fiammata dei listini al dettaglio, come effetto delle maggiori accise scattate sui carburanti a gennaio, che rischiano di far lievitare i prezzi dei prodotti trasportati a partire dagli alimentari”.

La mappa dei rincari 2022 del Codacons

Numeri più marcati per le voci alimentari: parliamo di +117 euro per la verdura, +43 euro per la frutta, +122 euro per la carne. Anch'essa prende in considerazione i rincari di energia (salita del 110,4% rispetto al 2021), trasporti (i biglietti aerei sono cresciuti del +85,9%) e carburanti, tra gas (+73,7%), gasolio per riscaldamento (+38,4%) e “altri carburanti” come gpl, metano (+33,3%).

Codacons, stanata da oltre 3 mila euro a famiglia

“Considerata la spesa per consumi di un nucleo di quattro persone, il tasso di inflazione medio dell’8,1%, a parità di consumi, si è tradotto in una stangata da +3.018 euro: +698 euro solo per la spesa alimentare, in rialzo del 9,1% - sottolinea il Codacons - Pane e cereali sono costati 144 euro in più a famiglia rispetto al 2021 (+10,9%), la carne 122,7 euro in più (+7,2%), la verdura 117,3 euro in più (+11,8%). La spesa per latte, formaggi e uova – conclude il Codacons - è salita in media di 94 euro a nucleo (+9,5%), +43,6 euro la frutta”.

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