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Istat, l’inflazione rallenta ancora. Cosa vuol dire per i prestiti?

15 gen 2024 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.

istat linflazione rallenta ancora cosa vuol dire per i prestiti

Sotto la lente le prossime mosse della Bce

L’inflazione continua a rallentare. Secondo le stime preliminari dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo è aumentato dello 0,2% rispetto al mese precedente e dello 0,6% su base annua (dallo 0,7% registrato a novembre). Siamo ormai lontanissimi dai livelli d’emergenza del dicembre 2022, quando il tasso d’inflazione aveva toccato l’11,6%.

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L’anno si chiude comunque con un’inflazione sostenuta, del 5,7%. Alta, ma inferiore all’8,1% dell’anno precedente 

L’effetto su mutui e prestiti

Il forte calo è senza dubbio un segnale positivo, per diverse ragioni. La più immediata riguarda i risparmi: le famiglie possono rifiatare dopo un lungo periodo in cui i prezzi hanno accelerato a un ritmo insostenibile. Ma c’è anche altro. Il rallentamento, solido e duraturo, dell'inflazione è il segnale che la Banca centrale europea sta aspettando per cambiare direzione ai tassi di riferimento. In altre parole: se i prezzi non corrono, la Bce – oggi in un momento di stasi - potrebbero anticipare il taglio dei tassi, rendendo a cascata più convenienti prestiti e mutui.

Inflazione, la guardia resta alta

Ma visto che l’inflazione è allo zero virgola (cioè ben al di sotto di quel 2% che la Bce auspica), perché i banchieri europei non tagliano subito? Prima di tutto perché devono badare all’intera Eurozona e non solo all’Italia. E poi perché è necessario mostrare rigore per evitare di creare aspettative eccessive, che finirebbero con il rilanciare i prezzi.

La situazione è ancora a rischio. Lo 0,6% di dicembre è, infatti, un dato in parte fuorviante. È dovuto in gran parte al rallentamento dei beni energetici, con una flessione del 41,7%. Ma la cosiddetta inflazione di fondo, che dà un quadro più chiaro al netto delle fiammate dell’energia e degli alimenti freschi, è ancora oltre il 3%.

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