In Italia è record di lavoratori autonomi
19 set 2017 | 2 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.

Nel nostro Paese i lavoratori autonomi sono molti più della media UE
Nel 2016, in Europa, più di 30 milioni di persone tra i 15 ed i 64 anni - pari al 14% della popolazione attiva - hanno scelto di lavorare in proprio. Ma a guardare bene i dati, soprattutto puntando l'attenzione al contesto in cui tali numeri sono stati raccolti, emerge come l’ auto impiego per molti lavoratori non possa essere considerata una scelta lavorativa, quanto piuttosto un’opzione obbligata. Non a caso la maggior parte dei lavoratori autonomi si registra nei Paesi con il più alto tasso di disoccupazione e a basso reddito.
Il gruppo più consistente di lavoratori autonomi in termini numerici si trova in Italia: si tratta di 4,7 milioni di persone, pari al 21,5% dell’intera forza lavoro (ben sei punti percentuali sopra una media UE del 14 per cento).
Se si guarda invece alla percentuale di lavoratori autonomi sul totale degli occupati, allora il primato spetta alla Grecia, dove si arriva fino al 29,5 per cento. Di contro, in Danimarca, solo il 7,7% della popolazione attiva è impegnata in forme di lavoro autonomo, seguita da Germania, Estonia, Lussemburgo, Svezia (9%).
In pratica, nelle economie dove i tassi di disoccupazione sono più bassi, anche la scelta di lavorare in modo autonomo è nettamente più bassa: in Danimarca e in Germania i tassi di disoccupazione si arrestano rispettivamente al 4,3% e al 3,7% contro il circa 11% dell'Italia.
Secondo la fotografia scattata da Eurostat, che ha provato a tracciare un identikit del lavoratore autonomo, nel 55% dei casi chi sceglie di mettersi in proprio, magari ricorrendo a prestiti personali o finanziamenti pubblici per l’acquisto di materiale e attrezzature, ha un’età superiore ai 45 anni e svolge un’attività lavorativa senza dipendenti nel 71% delle situazioni.
I settori che attirano più lavoratori autonomi sono la vendita al dettaglio e la riparazione di veicoli a motore (4,8 milioni, il 16% del totale europeo), l’agricoltura e la pesca (4,4 milioni, il 14%), il settore edile (3,9 milioni, 13%). Le attività professionali, scientifiche e tecniche incidono in maniera minore, il 12%, per un totale di 3,7 milioni di individui coinvolti.
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