Il successo dei piccoli prestiti

Sostegno di Regioni ed associazioni per aiutare disoccupati ed imprese in crisi

Prestiti per famiglie in difficoltà, aiuti da rendere in tempi lunghi e a tasso agevolato. Il microcredito è diventata la soluzione più efficace per aiutare chi si trova all'improvviso senza un reddito o per le piccole imprese che, restate senza lavoro, devono comunque adempiere ai propri doveri fiscali, tra tasse e contributi. In Toscana la Regione ha firmato un protocollo d'intesa con quattro associazioni del terzo settore (Anpas, Arci, Caritas, Misericordie) per avviare un'operazione di microcredito rivolta alle persone in difficoltà: 5 milioni il finanziamento per il primo anno, destinati a chi necessita di un prestito per affrontare spese legate al lavoro, la casa, la scuola o la salute.

L'importo massimo è di 3mila euro da restituire in 36 mesi e i beneficiari devono essere maggiorenni, residenti in Toscana, cittadini comunitari o con permesso di soggiorno e avere un Isee inferiore ai 15mila euro. Per chi non è in grado di restituire quanto dovuto con le rate potrà farlo lavorando, ovvero svolgendo attività socialmente utili: saranno i centri di ascolto delle associazioni di volontariato a valutare la validità dei requisiti per l'accesso al prestito.

Il microcredito ha già dimostrato di essere una soluzione efficace. A quattro anni dalla nascita del Prestito della Speranza, la Cei ha fatto un primo resoconto: sono stati erogati 2500 contributi a famiglie e artigiani, con un prestito massimo di 6mila euro (15mila per le piccole imprese) da restituire in 60 mesi. Possono farne richiesta, attraverso le banche convenzionate (è stato siglato un accordo tra Abi e Cei), disoccupati, cassaintegrati di famiglie monoreddito e imprese a rischio fallimento. Nel 2009 e 2010 il 57% delle domande proveniva da italiani, mentre oggi questa percentuale ha raggiunto l'80%: a rivolgersi a chiedere il Prestito della Speranza sono, nel 67% dei casi, disoccupati tra i 35 e i 54 anni.