Il bancomat compie 50 anni

Buon compleanno bancomat

Da strumento iper tecnologico a quotidianità

Pubblicato il 21 giugno 2017

Il bancomat compie cinquant'anni e non li dimostra. Se, infatti, dal 1967 a oggi l'atm, la macchina in cui si inserisce la tessera e di cui si festeggia il conmpleanno, ha fatto passi da gigante, ancora tante operazioni sono escluse dal gioco: prima fra tutte, la richiesta di prestiti personali, che va ancora fatta allo sportello della banca con davanti un impiegato in carne e ossa.

Londra 1967, Barclays installa il primo bancomat. Il primo atm venne installato il 20 giugno 1967 presso la filiale della Barclays Bank, a Enfield Town, sobborgo a Nord di Londra. L'idea era stata dello scozzese John Steperd-Barron, titolare di una tipografia: stanco di fare la fila in banca, pensò, osservando una macchinetta distributrice di barrette di cioccolato, che qualcosa di simile poteva essere realizzato per distribuire banconote, anziché cioccolato. Detto fatto. Passano pochi mesi e la sua azienda realizza il primo atm, in cui andava inserita non la tesserina ma uno speciale assegno sul quale veniva riportato il numero identificativo del cliente. La plastica, e il successo del bancomat, devono ancora attendere un poco e arriveranno grazie alla tv:  e la diffusione del bancomat arrivarono quando, Barclays decise di lanciare il nuovo dispositivo durante On the buse, programma tv molto seguito in onda sulla Bbc.

Anni '80: il bancomat arriva in Italia. Negli anni Ottanta, più o meno quindici anni dopo il lancio, i dispositivi atm sono sbarcati anche in Italia. “Le prime banche a installarle fuori dalle loro agenzie sono state alcune Casse di risparmio del Nord, riunite in consorzio - spiega Sergio Moggia, direttore generale del Consorzio bancomat italiano - Nel giro di pochi anni gli sportelli si sono moltiplicati, anche se i clienti erano, e in parte sono, legati ancora al contante. E questo nonostante il fatto che l'Italia sia tra i paesi europei con la maggiore concentrazione di atm e di pos”. Oggi in Italia circolano, tra carte di debito, di credito e carte prepagate, oltre 100 milioni di unità, utilizzabili negli oltre 50 mila Atm italiani e su 1,9 milioni di pos. Da tempo esiste il circuito nazionale Bancomat, che assiste al moltiplicarsi delle tessere nei portafogli degli italiani e vigila sulla sicurezza: oggi il numero delle frodi, sostiene l'Abi, è in continua discesa, aggirandosi sullo 0,0011% delle transazioni.

Si fa tutto, ma non proprio tutto. “Gli atm oggi sono tutt'altra cosa rispetto a quelli iniziali – sottolinea Moggia -  Si sono evoluti a tal punto da sposare la rete web: sono tutti online e, al loro interno, oggi, esistono indicatori biometrici e digitali”. Niente più banda magnetica identificativa del cliente, inoltre. “Oggi - dice Moggia - vanno col touch, il quadratino di silicio inserito nelle tessere. E la prossima frontiera sarà il contact less, carta che si userà senza contatto”. Oggi, in sostanza, gli atm sono diventati delle filiali, macchinette su cui si fa di tutto. Non proprio tutto, però. A parte la passione degli italiani per il contante, per molte operazioni, come chiedere e ottenere un prestito personale, resta  necessario passare dallo sportello. Alla faccia del tipografo John Shepherd-Barron. 

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Il profilo dell'autore

Franco Canevesio, nato a Genova, è un giornalista professionista la cui attività è principalmente focalizzata su temi di economia e borsa.

Ha lavorato a La Repubblica, nei primi anni ’90, dedicandosi alla cronaca e collaborando, nello stesso periodo, con diverse televisioni private liguri. Trasferitosi a Milano, ha lavorato come capo redattore di Italia-iNvest.com, il primo sito specializzato in economia in Italia. Franco Canevesio ha anche lavorato al sito di Giuseppe Turani “Lettera finanziaria”. Per ciò che concerne la carta stampata ha collaborato con La Repubblica – Affari & Finanza ed è stato redattore capo di Finanza e Mercati. Attualmente, lavora presso MF-Milano Finanza.

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