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Gli italiani comprano meno alimentari perché costano di più

13 lug 2022 | 3 min di lettura | Pubblicato da Franco C.

gli italiani comprano meno alimentari perche costano di piu

Il tasso di inflazione è ormai insostenibile

Le vendite al dettaglio aumentano ma sono anche in calo. Lo dicono i dati Istat secondo cui le vendite di beni alimentari sono in aumento in valore ma sono al contempo in calo per volume. E, sottolinea l'Istat, questa è la quinta flessione consecutiva. Cosa vuol dire? Vuol dire, in parole povere che gli italiani comprano meno alimentari ma spendono di più per acquistarli. Un brutto segnale che fa il paio con l'aumento delle richieste dei prestiti personali in atto.

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Vediamo cosa dice l'Istat

A maggio 2022, l'istituto di statistica stima un aumento dell'1,9% per quanto riguarda le vendite al dettaglio in valore e dell’1,5% in volume: sempre a maggio sono in aumento del 2,4% in valore e del 2% in volume, le vendite dei beni non alimentari e dell'1,4% in valore (+0,6% in volume) quelle dei beni alimentari.

Su base annuale, cioè confrontando il 2022 con il 2021, le vendite al dettaglio aumentano del 7% in valore e del 2,7% in volume: i beni non alimentari salgono del 9,1% in valore e del 6,8% in volume, mentre gli alimentari aumentano del 4,5% in valore ma diminuiscono del 2,8% in volume.

Codacons, dati “dopati”

Il Codacons parla di dati “dopati” dal caro-prezzi di questo 2022: l’inflazione è alle stelle e, secondo l'associazione dei consumatori, altera i valori del commercio mentre i volumi delle vendite sono in calo. “A maggio - sostiene il presidente del Codacons, Carlo Rienzi - le vendite al dettaglio salgono ma, analizzando i dati Istat si vede che l’attuale situazione economica sta influenzando gli acquisti delle famiglie. A fronte della forte crescita del 7% dei valori delle vendite, il volume del commercio aumenta solo del 2,7%. Addirittura - aggiunge Rienzi - per quanto riguarda i beni alimentari il volume delle vendite è in diminuzione: -2,8% sul 2021. Tutto questo mentre in valore delle vendite del settore crescono del 4,5%”.

Tutta colpa del caro-prezzi

Secondo il Codacons, è il caro prezzi a far “impazzire" i dati sul commercio: le famiglie, dice Rienzi, “riducono i consumi alimentari ma spendono di più per acquistare meno, a causa di un tasso di inflazione oramai insostenibile”.

Unc, dati inaspettatamente positivi

Secondo l’Unione nazionale consumatori i dati Istat sono “inaspettatamente positivi”. Questo, dice il presidente Mssimiliano Dona, anche se, per quanto riguarda i beni alimentari, si tratta solo di un miraggio dovuto all’inflazione. Senza l'inflazione a livelli stratosferici, infatti, le vendite sarebbero in territorio negativo, passando da +4,5% a -2,8%, con un salto del 7,3%”.

Assoutenti, meno cibo pagato di più

A maggio il volume delle vendite dei beni alimentari registra il quinto calo consecutivo - sottolinea il presidente Furio Truzzi - Scende del 2,8% rispetto all'anno scorso. L’andamento negativo delle vendite alimentari è confermato dal confronto con i primi cinque mesi del 2021: il volume complessivo si è ridotto del 2,8%. Inflazione e caro-energia - aggiunge Truzzi - costringono gli italiani a tagliare la spesa per il cibo. Quel che è peggio è che la situazione è destinata a peggiorare, considerato che i prezzi al dettaglio hanno raggiunto nuovi record e che l’inflazione ha toccato quota 8%. Ci chiediamo – conclude Truzzi - cosa aspetti il Governo a intervenire per calmierare i listini, per contrastare le speculazioni e per salvare il potere d'acquisto delle famiglie”.

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