Italiani preoccupati risparmiano e privilegiano il cibo
23 set 2025 | 4 min di lettura | Pubblicato da Franco C.

È stata presentata l’anteprima digitale del “Rapporto Coop 2025-Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani”. Il quadro che emerge non è per nulla rassicurante. "Il mondo di oggi (e il nostro quotidiano) non è mai stato così turbolento e pericoloso", sottolinea il report. Aumentano le guerre e la spesa militare (2,7 trilioni di dollari nel 2024, il 17% in più rispetto al 2022), si chiudono le frontiere e cambiano i rapporti di forza tra le potenze.
In quella che viene definita "l’inedita contesa per la leadership del mondo post-americano" gioca un ruolo dominante la tecnologia per il controllo dello spazio e per lo sviluppo dell’AI considerata da molti come un moltiplicatore del futuro progresso economico e sociale: l’impatto sulla crescita del Pil globale potrebbe arrivare fino a un +20%/+30% su base annua, al netto di dubbi e timori che ancora comunque persistono. In questo scenario potranno giocare in futuro un ruolo sempre più cruciale i prestiti personali.
L'età del caos
In un'epoca in cui appare oramai perduto il precedente ordine mondiale e si stenta a vederne nascere uno nuovo, l’Europa gioca di rimessa e l’Italia, spiega il report, "sembra aver esaurito l’abbrivio della crescita record del periodo post pandemico, con un andamento del pil molto meno entusiasmante": le stime dei previsori macroeconomici individuano per il biennio 2025-2026 una crescita su base annua del Pil di mezzo punto percentuale, mentre le previsioni degli opinion leaders intervistati sono anche più pessimistiche (+0,1% nel 2026). A fronte di un’occupazione in crescita (sono 840.000 i nuovi occupati), fa difetto all’Italia la produttività per ora lavorata che è prevista in decrescita fino al -1,4%, in maniera opposta rispetto al resto dell’Europa.
Cala il numero numero degli occupati
Gli occupati con licenza media sono scesi di oltre 647mila unità, a fronte di un aumento di 687mila diplomati e 800mila laureati. È proprio la mancata crescita della produttività a non far ripartire l’ascensore sociale, oramai fermo da anni. Basti pensare che il 10% della popolazione italiana detiene il 58% della ricchezza del Paese (peggio di noi solo i tedeschi) e a fruttare sono più le rendite (da finanza e da immobili) che il lavoro, soprattutto se è lavoro autonomo.
La preoccupazione, nuovo sentiment degli italiani
Secondo il report di Coop, gli italiani vedono allungarsi un’ombra sul loro domani: rispetto al 2022 cresce il timore (dal 20% al 39%), prendono quota l’inquietudine (dal 24% al 37%) e l’allerta (dal 16% al 25%). Una buona metà dei nostri connazionali ha iniziato a accettare la possibilità di un conflitto armato e non stupisce che ritornino tra gli obiettivi prioritari da perseguire per il 64% del campione istanze di pace e diritti civili, il contrasto alla fame e alla povertà e alle differenze e violenze di genere (lo chiede il 55%) e la garanzia per tutti di un lavoro dignitoso e della riduzione delle disuguaglianze economiche (62%).
Italia pragmatica
Se è vero che nel 2024 la spesa complessiva delle famiglie italiane è cresciuta del +0,5% rispetto a cinque anni fa, oltre la metà è assorbita dalle spese obbligate (abitazione, utenze domestiche, trasporti e cibo) e il risparmio persiste come driver primario di acquisto per il 42% degli italiani. Ad essere messa in discussione è l’essenza stessa della società dei consumi. Il risparmio persiste come driver prevalente per gli italiani, ma l’Italia di oggi scopre il vero valore nelle esperienze di vita, acquista solo le cose indispensabili, ama il second hand e ripara gli oggetti piuttosto che sostituirli. E anche quando torna a spendere in acquisti tecnologici (16,5 miliardi di euro negli ultimi 12 mesi, +1,2% su base annua) lo fa privilegiando l’utilità alla gratificazione e meno elettronica di consumo (gli acquisti annui di smartphone si riducono di 2 milioni di unità rispetto al 2022).
Cambia il rapporto col cibo
Nei primi 6 mesi del 2025 la spesa per la ristorazione fuori casa cala di un -2,2% rispetto al 2024 e un italiano su 3 vi rinuncerà ulteriormente nei mesi a venire. Contestualmente si registra una ripresa importante nei carrelli della spesa, con le vendite nella grande distribuzione che, nei primi sei mesi del 2025, fanno registrare una crescita su base annua, rispettivamente, del +3,8% a valore e del +2% a volume. A fare da traino frutta e verdura e altri comparti del fresco. Mentre negli ultimi 12 mesi i sostituti vegetali delle proteine animali sono cresciuti 10 volte di più delle carni.
Difficoltà reddituali e risparmio sul cibo
Seppure l’inflazione alimentare sia meno alta nel nostro Paese che nel resto d’Europa (nei primi sette mesi del 2025 la crescita è stata del +3,1% su base annua e del +29,1% rispetto al 2019 a fronte di una media Ue rispettivamente del +3,3% e del +38,5%) le persistenti difficoltà reddituali degli italiani fanno sì che resti alta anche a tavola la ricerca del risparmio e di soluzioni di maggiore convenienza. Una ricerca che sembra rivolgersi però in minor misura all’utilizzo del discount, che nel primo semestre registra una crescita a volume del +1,8%, ma piuttosto agli scaffali dei supermercati che mettono a segno un +2,7%, dove gli italiani prediligono i prodotti in promozione e quelli a marchio del distributore.
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