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Recupero crediti: come funziona?

16 mag 2025 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

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È di nuovo tempo di Rapporto Unirec. L’Unirec è l’Unione nazionale imprese a tutela del credito. Il 15esimo Rapporto, presentato recentemente, indica un rialzo degli importi affidati in Conto Terzi, “che si attestano a 191 miliardi di euro (+10%)”, e delle somme recuperate con la gestione in Conto Terzi (a 21 miliardi di euro, con un +23% rispetto al 2023).

C’è anche aria di innovazione: il 41% delle imprese, infatti, fa sapere di utilizzare l’Intelligenza Artificiale, a fronte del 9% di appena due anni fa.

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L’Unirec, lo ricordiamo, è l’Associazione di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici che rappresenta le aziende e le società fornitrici di servizi di gestione del credito. Al di là dei numeri del recente rapporto, cosa c’è da sapere, in generale, sul recupero crediti in Italia? Come funziona e cosa comporta, per una persona o per una famiglia? Lo vediamo subito.

Cosa sapere sul recupero crediti

Nel corso degli ultimi anni, la normativa sul recupero crediti è stata al centro di riforme che hanno perseguito l’obiettivo di rendere il processo più rapido e trasparente. La legge impone ai creditori (banche e finanziarie) e alle società di recupero crediti regole molto precise, per far sì che la riscossione si svolga con correttezza, senza violare i diritti del debitore.

Come avviene il recupero crediti?

Partendo dal presupposto che, in presenza di difficoltà economiche, alla luce della normativa vigente il debitore e il creditore possono sempre provare a negoziare una soluzione, bisogna sapere che c’è una fase stragiudiziale e una giudiziale. Nella prima, il creditore cerca di riscuotere quanto gli è dovuto senza fare ricorso al tribunale.

Si comincia quindi inviando solleciti di pagamento. Creditori e società di recupero possono sì contattare il debitore, ma ad alcune condizioni:

  • non si telefona in orari inumani;
  • le comunicazioni devono essere chiare e corrette, non ingannevoli;
  • non si minacciano azioni legali che non hanno attinenza con la realtà;
  • non si rende nota ad altri la situazione debitoria della persona interessata, per rispettare la sua privacy.

Se i solleciti non producono effetto, il creditore può inviare una diffida di pagamento: si tratta di una comunicazione formale che rafforza l’invito già contenuto nei solleciti, e che di fatto costituisce l’ultimo step prima di giungere alla fase giudiziale.

La diffida deve contenere l’ammontare dovuto, il termine per il pagamento e l’avviso che, in caso di mancato saldo, si procederà ad azioni legali.

Se il debitore continua a non pagare, si passa alla fase giudiziale: cioè, ci si rivolge al tribunale. Nel caso consideri valida la richiesta del creditore (o della società di recupero crediti), il tribunale emette un decreto ingiuntivo per imporre al debitore di saldare il debito entro un certo termine.

In assenza di opposizione da parte del debitore e di versamento del dovuto entro la scadenza fissata, il creditore può avviare l’esecuzione forzata, la quale può implicare il pignoramento del conto corrente, dello stipendio, della pensione o di altri beni mobili e immobili. Se si tratta di un mutuo ipotecario, il creditore può chiedere che l’abitazione venga pignorata e successivamente venduta all’asta.

Che ruolo ha la società di recupero crediti?

La società di recupero crediti può comprare i crediti deteriorati dal creditore e provare a recuperarli direttamente: è ovvio che anche gli operatori del settore sono chiamati a rispettare le regole sulla trasparenza e sulla correttezza fissate a tutela del debitore.

Cosa fare se il recupero avviene nel modo sbagliato?

Nel caso in cui il recupero crediti si svolga in modo non corretto o difforme da quanto prevede la legge, il debitore può inoltrare una segnalazione all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (in sintesi, l’Agcm) o alla Banca d’Italia (che, lo ricordiamo, vigila sull’operato delle banche e delle finanziarie).

E se le pratiche sono aggressive o intimidatorie, è inoltre possibile presentare denuncia alle autorità competenti per violazione delle norme su credito al consumo e recupero crediti.

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