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Prestiti, plurale...femminile

16 giu 2014 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

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Nuova tornata di prestiti per le imprese femminili e le lavoratrici autonome, peraltro a condizioni competitive rispetto alle offerte che il mercato prevede per richieste analoghe e associate allo stesso grado di rischio.Il dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero dello Sviluppo economico, l’Associazione bancaria italiana, l’Alleanza delle cooperative italiane, Confapi, Confindustria, Casartigiani, Cna, Confartigianato Imprese, Confcommercio e Confesercenti hanno dato il via a una collaborazione proprio con l’obiettivo di sviluppare le possibilità di accesso al credito delle lavoratrici autonome e delle aziende partecipate soprattutto da donne. Da questa collaborazione è nato un protocollo di intesa che ha come obiettivo quello di delineare una serie di interventi a supporto dell’accesso al credito da parte per l’appunto delle imprese femminili e delle lavoratrici autonome, in varie fasi del ciclo di attività.

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L’iniziativa dunque è pensata anche per l’impresa individuale nella quale il titolare è donna e per le libere professioniste, incluse tra le lavoratrici autonome. Non ci sono vincoli rispetto al settore in cui le piccole e medie imprese e le autonome devono operare. L’iter è il seguente: le banche e gli intermediari finanziari predispongono un plafond finanziario per la realizzazione dei progetti previsti nel protocollo d’intesa.Ogni intermediario pubblica sul suo sito web, o attraverso altri canali, a quanto il plafond ammonta. Lo comunica anche all’Associazione bancaria italiana, che inserisce sul suo sito web un elenco degli intermediari finanziari aderenti e dei rispettivi plafond.

Tre le linee d’intervento. La prima si chiama “Investiamo nelle donne” e consiste in finanziamenti utili a dare vita a nuovi investimenti - materiali o immateriali - per sviluppare l’attività imprenditoriale oppure la libera professione. L’altra categoria è quella delle “Donne in start-up”, che come il nome suggerisce si propone di agevolare l’avvio di nuove imprese o della libera professione. Infine, “Donne in ripresa”, per tutte quelle piccole e medie imprese e per le lavoratrici autonome che, per colpa della crisi, stanno vivendo un momento di difficoltà. Da sottolineare che i finanziamenti sono coperti da garanzia pubblica, per opera della sezione speciale “presidenza del Consiglio dei ministri - dipartimento per le Pari opportunità” del fondo di garanzia per le piccole e medie aziende a favore delle imprese a prevalente partecipazione femminile. Senza contare le altre eventuali garanzie, pubbliche o private, che gli intermediari dovessero riuscire ad acquisire.

Va anche segnalato che la restituzione delle somme prese in prestito può essere sospesa fino a 12 mesi in caso di maternità dell’imprenditrice o della lavoratrice autonoma, di grave malattia della donna, del suo coniuge, del suo convivente o dei suoi figli, siano essi biologici o adottivi, e di malattia invalidante di un genitore o di un parente o affini entro il terzo grado che vivono sotto il suo stesso tetto. La sospensione fa sì che la scadenza finale si sposti in avanti per un periodo di durata corrispondente. Gli interessi sul capitale sospeso, invece, sono corrisposti alle scadenze inizialmente previste. Ultima nota, ma non meno importante: le domande di finanziamento vanno presentate entro il 31 dicembre 2015. Tutte le informazioni sul sito www.sviluppoeconomico.gov.it.

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