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Prestiti in aumento: i dati Crif

2 mag 2018 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

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Ci siamo lasciati alle spalle già da un po’ i primi tre mesi dell’anno ed è tempo, per Crif, di dirci come è iniziato il 2018. In questo primo trimestre le richieste di prestiti personali e finalizzati registrate sul sistema di informazioni creditizie della società sono aumentate del 2,4% dallo stesso periodo del 2017. Merita una menzione speciale il fatto che il solo mese di marzo abbia registrato la più alta quantità di domande dal 2011 a oggi. Ciò si deve quasi esclusivamente ai prestiti personali, le cui richieste sono aumentate dell’8,8%, variazione che ha più che compensato la flessione del 2,7% dei prestiti finalizzati. Ripassiamo rapidamente la differenza tra prestito personale e prestito finalizzato. Il prestito personale è un finanziamento a destinazione non vincolata: una volta ottenuto il denaro, si è liberi di usarlo come meglio si crede. Appurata la presenza di tutti i requisiti necessari (età e reddito, principalmente), la banca o la finanziaria accredita la cifra direttamente al richiedente, che poi rimborsa il debito a rate.

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Il prestito finalizzato, invece, è strettamente vincolato alla finalità per la quale lo si richiede (acquisto auto, spese dentistiche e via dicendo): il creditore versa la somma al fornitore del bene o servizio, poi l’acquirente provvederà al rimborso rateale. Nel primo trimestre 2018 è cresciuta anche la somma mediamente richiesta dalle famiglie, con 9.931 euro per l’insieme di prestiti personali e finalizzati, il valore più alto da inizio 2010 e in aumento del +6,5% dallo stesso mese 2017. Andando più a fondo nel dettaglio, scopriamo con Crif che sui prestiti finalizzati l’ammontare medio richiesto è stato di 6.536 euro, su dell’8,2% rispetto al 2017, mentre sui prestiti personali l’incremento c’è stato ma più modesto, limitandosi al +2,2%, per un importo medio di 13.422 euro. Questa crescita è comunque sintomo del fatto che le famiglie italiane oggi nutrono una maggiore fiducia nella loro possibilità di rimborsare le rate senza dover incorrere in imprevisti e difficoltà.

Quanto alla durata, nei primi tre mesi dell’anno gli italiani hanno mostrato di preferire piani di rimborso oltre i cinque anni: la quota di chi ripiega su questa soluzione è del 27,1%, in aumento del 2,4% dallo stesso trimestre 2017. Perdono consensi invece i prestiti associati a piani di restituzione di durata inferiore a 12 mesi, che si posizionano al 14,6% del totale. Discriminando tra prestiti finalizzati e prestiti personali, Crif mette in evidenza come nei finalizzati le richieste si siano concentrate per il 24,2% sulle soluzioni di durata inferiore ai 12 mesi, con un calo delle preferenze di 2,1 punti percentuali in confronto allo stesso periodo del 2017, mentre i personali si sono orientati su durate superiori ai cinque anni (46,2% del totale, con un +1,9%). Analizzando i dati con la lente anagrafica, l’ultimo aggiornamento Crif porta alla luce come risulti maggioritaria la fascia d’età fra i 45 e i 54 anni, con il 25,5%, seguita dai 35-44enni con il 23,2%. Si rafforza la posizione delle classi d’età superiori ai 55 anni, che crescono dello 0,9% dall’anno precedente.

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