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Prestiti e stranieri

18 mar 2014 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

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Credito ancora in affanno, ovviamente per via dell’incertezza economica. L’inizio del 2014 ha confermato la tendenza negativa che ha caratterizzato il 2013. Lo dimostra il confronto fra il numero di richieste di prestiti - personali e finalizzati - rilevato a febbraio con quello dello stesso mese del 2013. Confronto che dà come risultato un -7,9%, che si aggiunge ai dati negativi degli 11 mesi precedenti. Stando alle domande di finanziamenti raccolte dagli istituti di credito e confluite in Eurisc, il sistema d’informazioni creditizie di Crif, a febbraio i prestiti finalizzati hanno subito un calo dell’11% rispetto a dodici mesi prima, mentre per quelli personali le richieste sono diminuite del 4,1%.

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Si cercano meno prestiti, ma per somme più alte: dal Barometro Crif viene fuori che nel secondo mese dell’anno l’importo medio a cui si ambiva è stato di 8.168 euro, in crescita rispetto ai 7.839 di un anno prima. Per la categoria dei finalizzati, la cifra è stata in media di 4.975 euro, con un incremento dell’8,2% rispetto al febbraio dell’anno passato, mentre per quelli personali la media è stata di 11.727 euro, in linea con il dato precedente, 11.734 euro. C’è aria di “dieta”, insomma, e la seguono anche le famiglie dei cosiddetti “nuovi italiani”, ossia i migranti che si sono stabiliti nel nostro Paese. La domanda di credito nel 2013 è stata dell’11% sul totale delle richieste presentate a banche e finanziarie, in lieve calo rispetto all’11,9% dell’anno prima.

L’accesso al credito, fa notare Crif, è un passaggio importante nel percorso d’integrazione dello straniero. Ma in una fase difficile come quella che stiamo ancora attraversando, pure i cittadini arrivati da altri Paesi hanno visto crescere il rischio di perdere il lavoro e, quindi, la fonte di reddito. Hanno dunque dato qualche sforbiciata qua e là alle loro spese, e questo ha determinato una riduzione delle richieste di finanziamenti. “Il rapporto sulla domanda di credito da parte di cittadini non italiani” realizzato da Crif evidenzia che nel 2013 più di un quinto delle richieste è giunto da rumeni. A seguire gli albanesi, con il 5,9%, e i marocchini, con il 5,4%. Poi in classifica compaiono tedeschi, filippini e svizzeri, tutti con un 4% circa, e i peruviani, con il 2,9%.

Le domande di moldavi, ucraini, cittadini dello Sri Lanka e dell’Equador hanno oscillato tra il 2,8% e il 2,4%, mentre quelle di senegalesi, indiani e cittadini del Bangladesh si sono collocate fra il 2,3% e il 2%. A sorpresa la comunità cinese, che in Italia è quarta con quasi 200mila residenti, è 29esima per richieste di prestiti. In pratica costituisce uno striminzito 0,9% sul dato complessivo. Prova questa, secondo Crif, della scarsa propensione dei cinesi a rivolgersi al canale bancario tradizionale, preferendo invece bussare alle porte della loro comunità. Interessante infine notare come, da informazioni non ufficiali raccolte nella messa a punto del rapporto, sia emersa la tendenza, presso alcune comunità, a ricorrere ai prestiti personali per comprare un immobile nel Paese d’origine oppure per dare vita ad attività professionali o aziendali.

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