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Prestiti con cessione del quinto

17 ott 2016 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

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Siamo ormai nel pieno dell’autunno, eppure sembra che la cessione del quinto stia vivendo la sua primavera. Almeno, questa è la sensazione che si ha esaminando l’indagine effettuata da Crif Credit Solutions, che ha interpellato i maggiori operatori del settore. Dalla ricerca emerge che, dopo l’andamento modesto registrato nel 2015, i finanziamenti contro cessione del quinto dello stipendio o della pensione nel primo trimestre di quest’anno sono cresciuti del 10,3%. E con essi sono aumentate le cosiddette “consistenze” - ossia le cifre richieste e concesse con questa formula - riportando un incremento del 2,4%. Grossa parte del merito, secondo gli autori dello studio, va ai pensionati, che sono il 46% del totale, e a seguire ai dipendenti pubblici, che invece costituiscono il 38%. Molto più timida la presenza su questo fronte dei dipendenti delle aziende private, che più degli altri, vista la natura del settore in cui operano, rischiano il posto di lavoro: sono comprensibilmente più cauti e rappresentano appena il 16% del totale.

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Non stupisce, quindi, che il più alto margine di crescita nella cessione del quinto sia legato ai pensionati. In molti casi, secondo lo studio di Crif Credit Solutions, le caratteristiche del richiedente fanno sì che l’erogazione del finanziamento avvenga entro cinque giorni, sempre che le condizioni di mercato siano favorevoli. E a sentire i protagonisti di questo mercato, il meglio deve ancora arrivare: le sottoscrizioni delle convenzioni per la cessione del quinto, infatti, risalgono agli anni più recenti e quindi non hanno ancora espresso in pieno tutto il loro potenziale. Infine, il tasso di rinnovo si attesta fra il 30% e il 60%. A questo punto, è forse utile ricordare cos’è e come funziona la cessione del quinto. Si tratta di un tipo di prestito non finalizzato che oltre al debitore e al creditore coinvolge un terzo soggetto: il datore di lavoro o l’ente pensionistico. In pratica, la banca o la finanziaria eroga il finanziamento e poi è il datore di lavoro o l’ente previdenziale a rimborsare le rate trattenendole dallo stipendio o dalla pensione del debitore.

Le rate non possono superare il quinto dello stipendio e della pensione, ed è questa caratteristica che dà il nome al finanziamento. Una volta determinato, l’importo della rata rimane costante per tutta la durata del piano di rimborso. Lo si può ritoccare solamente in caso di rinnovo della cessione, scelta che consente appunto di rinnovare la cessione del quinto purché il debitore abbia alle spalle almeno il 40% del piano di ammortamento, ossia se ha pagato almeno i due quinti delle rate. In un solo caso è possibile rinnovare “ante termine”, prima cioè che sia stata oltrepassata la soglia dei due quinti delle rate pagate, ed è se e soltanto se la cessione ha una durata iniziale di 60 mesi. Per tutte le altre durate, ciò non è possibile. Il finanziamento va estinto in 10 anni - o 120 rate - al massimo ed è obbligatoria la polizza assicurativa a favore del creditore in caso di morte o perdita del lavoro del debitore.

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