In vacanza con un prestito

Un prestito per andare in vacanza? Sì, c’è chi lo chiede. Anche oggi, in piena era Covid, con tutte le implicazioni economiche annesse e connesse. Anzi: da un certo lato, oggi più di prima. Lo rivela il sondaggio realizzato da Younited Credit, fintech company che gestisce una piattaforma digitale di credito al consumo, la quale dal suo privilegiato punto di osservazione ha interpellato un campione diversificato di circa 1.000 italiani. Cosa è emerso? Innanzitutto - dato più significativo - rispetto agli anni scorsi la percentuale di italiani che richiedono un prestito per le vacanze è duplicata, con quasi il 10% degli italiani che quest’anno faranno ricorso agli strumenti del credito al consumo - categoria, lo ricordiamo, nella quale rientrano fra gli altri i prestiti personali e quelli finalizzati - per andare in vacanza. Un 10%, quindi. Anzi, per la precisione un 9,7%. Ma perché si parla di raddoppio? Perché negli ultimi cinque anni solamente un 4,5% aveva riferito di essere ricorso a un prestito per partire in vacanza.

Il sondaggio fa luce anche sulla principale motivazione che spinge gli italiani a valutare la possibilità di domandare un finanziamento: dilazionare il pagamento delle spese sostenute durante le vacanze. Una ragione, questa, menzionata dal 53% degli intervistati. Le altre motivazioni? Raggiungere mete più lontane, secondo un 20% scarso di persone interpellate nell’ambito del sondaggio, e prolungare il soggiorno, secondo poco più del 10%. Ma attenzione: l’incremento del ricorso al credito al consumo si colloca in un quadro generale di incertezza e prudenza sia in merito alla scelta della destinazione sia riguardo alle spese. L’86% del campione, infatti, non ha ancora effettuato la prenotazione per le ormai imminenti vacanze, mentre il 77% di chi ha già prenotato ha detto che intende restare in Italia. È in minoranza chi dichiara di stare organizzandosi per recarsi in un Paese extraeuropeo. Vacanza, quanto mi costi? Quasi il 30% degli interpellati pensa di spendere non oltre i 500 euro a testa, mentre il restante 70% e più ha messo in conto una spesa fino a 1.000 euro.

Ma ha senso impegnarsi in un piano di rimborso in un momento storico ed economico in cui siamo tutti più o meno alle prese con le conseguenze del Covid-19 sulle nostre tasche? “Coloro che si rivolgono al credito al consumo non sono ‘cicale’”, spiega Tommaso Gamaleri, ceo per l’Italia di Younited Credit. “La disponibilità economica per sostenere le spese programmate per le vacanze, più o meno alte che siano, c’è, ma la maggior parte riconosce la forte utilità in questo momento di poter dilazionare nel tempo il pagamento delle spese sostenute nel giro di una o più settimane. Ciò”, aggiunge, “fa pensare a una mancanza di liquidità più generalizzata rispetto al passato, segno dell’impatto della crisi che stiamo vivendo”. Dal sondaggio, infine, emerge un certo interesse per le risorse economiche addizionali cui attingere per finanziare le vacanze: a uno specifico quesito sul bonus vacanze, il 21% degli interpellati ha detto che ne ha fatto o che ne farà richiesta, intendendo beneficiare di questa possibilità.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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