Guida ai tassi bancari

Tutto sui tassi di interesse bancari: i primi di marzo la Banca d’Italia ha pubblicato una guida ai dati sui tassi d’interesse applicati dalle banche ai prestiti e ai depositi. Si tratta di informazioni raccolte attraverso rilevazioni statistiche nazionali o armonizzate a livello sovranazionale, si legge nella guida, che possono svolgere un ruolo di rilievo per:

  • le analisi connesse con il meccanismo di trasmissione della politica monetaria;
  • le analisi dei costi effettivi sostenuti dalla clientela bancaria per i rapporti di finanziamento e le relative conseguenze sul reddito disponibile e sulla ricchezza;
  • la determinazione dei tassi praticati dagli intermediari ai fini della legge per il contrasto dell’usura.

La guida della Banca d’Italia ci offre l’occasione di fare un riepilogo dei principali indicatori.

Tassi bancari: i principali indicatori

Cominciamo col dire che i tassi in questione sono di due tipi:

  • tassi di interesse attivi per l’intermediario, che consistono nel costo a cui il debitore prende denaro in prestito;
  • tassi di interesse passivi, vale a dire il rendimento ottenuto da un risparmiatore per le somme investite nei depositi.

Hanno un punto in comune: entrambi i tipi di tasso sono infatti espressi come percentuale di una certa somma, che nel caso degli interessi attivi corrisponde al credito ottenuto e nel caso degli interessi passivi equivale al deposito effettuato. Il valore percentuale si riferisce a un determinato periodo, normalmente pari a un anno.

Ciò premesso, vediamo quali sono i principali tipi di tasso.

Il Tasso annuo nominale

È il tasso effettivamente concordato tra creditore e debitore, al netto degli oneri aggiuntivi. È espresso in percentuale del capitale ricevuto e, convenzionalmente, su base annua. Questo tasso consente di determinare la quota di interessi che il cliente deve corrispondere alla banca a fronte di un finanziamento o il rendimento che un risparmiatore riceve sul suo deposito.

Per le operazioni di finanziamento, oltre al Tan, sono disponibili altri indicatori che includono le spese: si distinguono fra loro per le voci di costo considerate e per i metodi di calcolo.

Il Tasso annuo effettivo globale

È il costo totale di un’operazione di finanziamento: tiene conto, infatti, non soltanto degli interessi sul prestito, ma anche di tutti gli oneri riferiti al contratto di credito.

“Il Taeg è un indicatore sintetico di costo molto importante ai fini della trasparenza delle condizioni contrattuali applicate dagli istituti di credito”, spiega la guida, “in quanto permette al debitore una facile comparazione tra i differenti servizi di finanziamento offerti”.

Il Tasso effettivo globale medio

Anche il Tegm è un indice di costo globale delle operazioni creditizie: esso viene utilizzato come parametro di riferimento per la verifica di potenziali situazioni usuraie, così come definite dalla legge sull’usura, la 108/1996. Le modalità di calcolo del Taeg e del Tegm cambiano a seconda del tipo di contratto e le spese incluse nel computo possono non essere le stesse.

E poi c’è il Tasso annuo effettivo

È un tasso definito per finalità statistiche, calcolato sui finanziamenti in essere a una certa data e comprensivo degli interessi e di ogni onere addebitato alla controparte.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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