Guida ai Sistemi di informazioni creditizi

Cosa succede quando chiediamo un prestito? Crif e l’associazione dei consumatori Adiconsum lo spiegano nel vademecum che già da tempo hanno predisposto insieme e che si intitola “Conoscere i Sistemi di informazioni creditizie” (link: https://www.crif.it/media/2028/vademecum_sistemi_informazioni_creditizie.pdf). Tali sistemi, lo ricordiamo, raccolgono informazioni sui contratti di finanziamento siglati da banche o finanziarie e consumatori: sono le banche e le finanziarie a trasmettere mensilmente, contribuendo in modo volontario, ogni nota sulle richieste di prestiti e sulla regolarità o i ritardi dei versamenti delle rate. E proprio in base all’andamento del rimborso, le informazioni nei Sic si distinguono in “positive” (se il piano di rimborso è perfettamente rispettato) e “negative” (su ritardi o mancati pagamenti). Ogni debitore ha una sua “scheda”, che include i dati anagrafici utili a identificarlo – il nome, il cognome, l’indirizzo, la data e il luogo di nascita e il codice fiscale – e le informazioni sulle richieste di finanziamento presentate o sui rapporti di credito avviati e sul procedere del rimborso.

Gli istituti di credito non solo alimentano i Sic ma li consultano anche nel momento in cui ricevono una domanda di prestito, per farsi un’idea sull’affidabilità del richiedente e sull’eventuale presenza di altri debiti. In base al quadro che emerge, il creditore decide se dare o no il prestito e, se sì, a quali condizioni. Queste informazioni si affiancano a quelle che fornisce il richiedente stesso sul suo reddito e sulla sua situazione patrimoniale e le altre che si possono reperire attraverso registri o elenchi pubblici (per esempio, l’elenco dei protesti). Bisogna dire però che, al di là di quello che dicono le informazioni acquisite, è l’istituto creditizio a dire l’ultima parola decidendo in totale autonomia e tenendo conto delle sue politiche interne. È bene sapere che la società alla quale chiediamo il prestito deve consegnarci un’informativa standard con tanto di indicazioni sulla privacy. Per le quali è previsto un distinguo: i dati “positivi” possono essere trasmessi solo dietro nostro consenso, mentre le informazioni “negative” saranno rese disponibili anche senza consenso preventivo.

Quanto permangono nei Sic le informazioni? Ne abbiamo già parlato, ma lo ricordiamo. Esistono tempi diversi: le informazioni sulle richieste vengono conservate per sei mesi dalla domanda, i ritardi di due rate o due mesi che sono state sanate sono visibili per 12 mesi dalla regolarizzazione, le morosità superiori a due rate o mesi poi regolarizzate rimangono visibili per 24 mesi dalla data di regolarizzazione e le morosità mai sanate restano visibili per 36 mesi dalla scadenza contrattuale o dall’ultimo aggiornamento. Tutte le informazioni “positive” rimangono visibili per 36 mesi dalla data di estinzione effettiva del rapporto di credito. Come faccio a sapere se nel Sic ci sono dati che mi riguardano? Il vademecum ricorda che ognuno ha il diritto di chiederlo ai Sic: se questi dati dovessero risultare sbagliati oppure non aggiornati, ha il diritto di ottenerne la modifica, l’aggiornamento, l’integrazione e la cancellazione (se sbagliati). Per accelerare i tempi, è consigliabile rivolgersi direttamente alla banca o alla finanziaria, che può trasmettere velocemente la rettifica ai Sic.
 

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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