Col prestito la vacanza è più vicina

Giugno. La stagione delle vacanze prende ufficialmente il decollo. A dare la spinta iniziale, quest’anno, è stato il ponte della Festa della Repubblica. La celebrazione, che ricorre il 2 del mese, ha visto molti italiani mettersi in viaggio per raggiungere località di mare, di montagna o d’arte. Alla vigilia dei dì di festa, Federalbeghi – la Federazione delle associazioni italiane alberghi e turismo – ha annunciato che ben sei milioni di persone si sarebbero concesse un anticipo sull’estate: un +6,6% in confronto allo stesso periodo del 2014. La Federazione ha anche stimato un giro d’affari di 1,6 miliardi di euro, in crescita del 7% rispetto all’anno prima. La spesa media per italiano, sempre secondo le proiezioni di Federalberghi, sarebbe stata di 267 euro, considerando i 240 euro spesi da chi è rimasto in Italia e i 650 euro investiti da chi ha scelto di andare all’estero.

Cifre contenute rispetto a quelle che gli italiani spenderanno tra qualche settimana, quando partiranno per le ferie estive vere e proprie. E se non si vuole rinunciare a questa pausa, utile per ricaricare le batterie, ma non si ha il gruzzoletto per far fronte alla spesa, una soluzione è il prestito per le vacanze. Tenendo a mente la regola aurea – lasciate perdere le cifre esagerate se il bilancio familiare non ve lo consente e, piuttosto, rimandate il coast to coast negli Usa o il viaggio in India a un momento migliore – sappiate che ci sono due strade per ottenere il prestito per una vacanza: chiedere un prestito personale a una banca o a una finanziaria oppure attivare un prestito finalizzato presso l’agenzia di viaggi. C’è una differenza: nel primo caso gli attori in campo sono due, cioè il cliente e la società creditrice; nel secondo entra in gioco un terzo soggetto, ossia l’agenzia di viaggi, che può prospettare la soluzione del finanziamento in virtù di una convenzione sottoscritta con la società creditrice.

In linea di massima, i prestiti per le vacanze prevedono un tempo di rimborso che va dai 12 e ai 60 mesi, a tasso fisso e rate costanti. Chi ne fa richiesta deve dimostrare di avere un’età compresa tra i 18 e i 75 anni, una fonte di reddito stabile, un adeguato grado di affidabilità – informazione, questa, che si ricava dalla consultazione dei sistemi di informazioni creditizie – e la residenza nel territorio italiano. Occorre quindi presentare un documento d’identità, il codice fiscale e l’ultima busta paga se si è lavoratori dipendenti, il cedolino della pensione se ci si è già ritirati dall’impiego oppure il relativo modello se si è lavoratori autonomi o liberi professionisti. Generalmente, in presenza di tutti questi requisiti, l’ente finanziatore non richiede altre garanzie. Se il prestito rientra nella categoria dei “personali”, la banca o la finanziaria accreditano l’importo concordato sul conto corrente del cliente. Quanto alle spese, oltre a quelle per istruire la pratica e al tasso di interesse sul prestito, c’è da considerare la polizza assicurativa sul finanziamento. Non obbligatoria, ma consigliabile. E comunque, in genere, sempre molto apprezzata dall’ente creditizio.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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