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Asteroide coronavirus sui prestiti

3 apr 2020 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

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La crisi del coronavirus – con tutto il bagaglio di sfide economiche e sociali che si porta dietro – arriva in un momento in cui molte sacche di popolazione in Europa erano già esposte a debiti e arretrati: a evidenziarlo è una recente ricerca di Eurofound, la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro. Secondo questa ricerca, dedicata all’indebitamento delle famiglie, la pandemia ha buone possibilità di esacerbare una situazione che nell’Unione europea appariva già divergente, con alcuni Paesi a sud ed est particolarmente colpiti da debiti, arretrati e rischio povertà. Ciò è vero in Grecia, Paese in cui il 52% degli intervistati ha dichiarato di essere in arretrato su qualcosa: affitto, mutui, credito al consumo, prestiti da parte di familiari o amici, bollette telefoniche e di servizi pubblici. La Croazia, con il suo 36%, si piazza al secondo posto tra i Paesi nei quali sono emersi arretrati di pagamento, terza la Bulgaria con il 31%. Ma, appunto, la situazione è estremamente variegata, con ampie differenze tra gli Stati membri: basti pensare che in Svezia solo il 4% degli interpellati si è detto in arretrato. In Italia il 20%.

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Cifre che comunque – precisa Eurofound – non intercettano le persone con alti livelli di indebitamento che però non hanno arretrati o difficoltà immediate a far quadrare i conti: ma la crisi pandemica in corso può tramutare in un attimo il loro indebitamento in sovraindebitamento. La ricerca di Eurofound sottolinea come l’indebitamento eccessivo si ripercuota sul benessere mentale di alcuni settori della popolazione, presso i quali in effetti esso appare già in bilico. Particolarmente sensibile è la categoria dei genitori single a rischio povertà: già nel suo precedente rapporto su composizione e benessere delle famiglie, Eurofound evidenziava il rischio di povertà ed esclusione sociale che pende su genitori single e famiglie monoparentali. Esistono contromisure? Sì: come ricorda Eurofound, dopo la crisi finanziaria globale del 2007 molti Paesi hanno rafforzato le loro risposte istituzionali al sovraindebitamento (qui da noi esiste, dal 2012, l’apposita legge), e i servizi di consulenza sul debito sono diventati più accessibili in diversi Stati membri.

Tuttavia, anche in Paesi dotati di servizi consolidati alcune persone hanno avuto problemi ad accedervi. E la nuova sfida che l’Europa ha davanti rischia di acuire ulteriormente il problema. Le azioni immediate intraprese in diversi Stati membri in materia di affitti, mutui e pagamenti di servizi di pubblica utilità daranno respiro a molte famiglie e imprese, riconosce Eurofound, ma la questione dovrà essere esaminata in modo più strutturato e in un’ottica di lungo termine. E occorrerebbe un’attenzione specifica ai lavoratori autonomi, le cui finanze sono spesso difficili da tenere separate, con il debito dell’attività professionale o imprenditoriale che può determinare un sovraindebitamento privato. Ma veniamo alle soluzioni. Per quanto riguarda la prevenzione, si può far leva sulla regolamentazione del credito e sull’educazione finanziaria. Quanto invece alle procedure ex post, è essenziale garantirne la disponibilità e l’accessibilità, tutelando il benessere di chi a tali procedure si sottopone, incluso un certo grado di protezione della casa.

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