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Consumi, ecco quanto si spende per fare la spesa

23 ott 2024 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.

uomo che tiene in mano portafoglio con contanti

Secondo i dati dell'Istat, nel 2023 la spesa media mensile per consumi delle famiglie è stata di 2.738 euro. Si tratta di un aumento del 4,3% rispetto al 2022. È una buona o una cattiva notizia? Potrebbe voler dire che gli italiani stiano tornando a spendere, con una ritrovata fiducia che potrebbe spingere anche altri consumi (ad esempio sui beni durevoli) e prestiti.

Analizzando i dati dell’Istat, però, non sembra questo il caso. L’aumento è infatti in “valori correnti”, mentre “in termini reali” ed “equivalenti” la spesa si è ridotta. Vuol dire che l'incremento è dovuto solo all’inflazione (cioè ai prezzi più alti). In sostanza: le famiglie hanno speso di più ma hanno messo nel carrello meno cose rispetto all’anno prima. Si tratta quindi, almeno per ora, di un esborso quasi obbligato e non dettato da una ritrovata propensione al consumo.

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Le regioni più care

Come sempre, oltre la media ci sono importanti differenze tra regione e regione. L’Istat segnala una “leggera flessione dei divari territoriali”, con una differenza di spesa tra l’area più cara (il Nord-Ovest) e quella più economica (il Sud) che si è ridotta dal 36,9% del 2022 al 35,2% del 2023.

La spesa più cara in assoluto è quella del Trentino Alto-Adige, dove si toccano in media i 3.477 euro. Superano i 3.000 euro altre due regioni del Nord e due del Centro. Nell’ordine: Lombardia, Toscana, Lazio, e Friuli-Venezia Giulia. Oltre la media anche Valle d’Aosta, Emilia-Romagna, Veneto e (di pochi euro) Umbria.

I consumi al Sud

Le regioni del Sud sono invece tutte in coda. Fare la spesa costa meno. I carrelli più convenienti sono quelli di Calabria e Puglia, dove si superano di pochi spiccioli i 2.000 euro. È necessario qualche centinaio di euro in più in Sardegna, Campania, Basilicata e Sicilia (tutte tra i 2.200 e i 2.400 euro).

Anche in questo caso, la lettura può essere duplice. La minore spesa al Sud è in parte generata da prezzi più contenuti, ma rappresenta anche la minore disponibilità economica delle famiglie.

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