Arbitro bancario: in aumento i ricorsi nel 2017
3 lug 2018 | 2 min di lettura | Pubblicato da Rosaria B.

Nel 2017 sono stati presentati oltre 30mila ricorsi
Di gran lunga più veloce e a basso costo rispetto al tradizionale iter della giustizia ordinaria, la procedura attraverso cui fare ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario, in caso di contenzioso con la propria banca, sta diventando sempre più uno strumento semplice da usare. Tanto più che ormai, il suo funzionamento è quasi esclusivamente basato su una procedura completamente digitalizzata.
Sarà forse anche per questo motivo che nel 2017 i ricorsi ricevuti dall’Arbitro (Abf) sono aumentati del 42 per cento: secondo l’ultima relazione ufficiale relativa all’attività svolta dall’organismo, durante lo scorso anno, la media mensile dei ricorsi ricevuti è salita da 1.804 a 2.554.
Per l’esattezza, nel 2017 sono pervenuti all’Abf 30.644 ricorsi che hanno interessato in maniera trasversale diversi ambiti anche se il 73 per cento del totale aveva come oggetto del contenzioso aspetti particolari relativi alla cessione del quinto e relativi all’estinzione anticipata del finanziamento. È inoltre cresciuto in misura significativa il peso dei ricorsi relativo al credito al consumo mentre si è ridotto quello in materia di bancomat e mutui.
I ricorsi relativi alla cessione del quinto dello stipendio in Calabria, Campania, Molise e Sicilia incidono per oltre l’80 per cento del totale; in Trentino-Alto Adige rappresentavano invece la metà delle istanze. L’incidenza dei ricorsi relativi agli strumenti di pagamento elettronici nel 2017 è stata maggiore per le regioni del Nord Italia (dove il loro uso è maggiore), rappresentando oltre il 10 per cento in Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Trentino-Alto Adige e meno del 5 per cento in Calabria, Molise, Sardegna e Sicilia.
Nel 2017 i collegi dell’Arbitro bancario hanno esaminato e fornito una decisione su 23.968 ricorsi (13.770 nel 2016). Il 77 per cento delle controversie giunte a conclusione ha avuto un esito sostanzialmente favorevole al cliente (75 per cento nel 2016); nel 47 per cento dei casi le procedure si sono concluse con l’accoglimento parziale o totale delle richieste, mentre nel 30% è stata dichiarata “la cessazione della materia del contendere”: in pratica il cliente e la banca hanno trovato un accordo tra loro ancor prima dell’intervento dell’Arbitro.
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