Prestiti e pensione

Per un pensionato è semplice chiedere un prestito personale? E ottenerlo? L’Istituto nazionale di previdenza sociale ha rivisto e corretto il Tasso annuo effettivo globale (Taeg) applicato ai prestiti con cessione del quinto. La modifica introdotta dall’Inps è dipesa dalla revisione del Tegm, il Tasso effettivo globale medio che, sulla base delle indicazioni fornite dal ministero dell’Economia, banche e intermediari finanziari applicano ai vari prodotti divisi per categoria, dai prestiti ai mutui passando per leasing e factoring. Ogni tre mesi, gli uffici del ministero danno disposizioni sul tasso di riferimento per i tre mesi successivi. Qualche giorno fa, è arrivata la nota per il periodo che va dal primo ottobre al 31 dicembre 2014. Con l’occasione, l’Inps ha riveduto il Taeg e ricordato come e a quali condizioni è possibile accedere ai prestiti personali estinguibili con la trattenuta del quinto della pensione.

Il pensionato può richiedere un prestito rimborsabile con la cessione del quinto della sua pensione presso qualsiasi banca o finanziaria. A versare la rata ci pensa l’Inps, che trattiene il corrispettivo dall’importo della pensione. Si chiama “cessione del quinto” perché il prelievo non può superare il quinto della somma che mensilmente spetta all’ex lavoratore. E vista la sua età – in genere, non meno di 60/65 anni – la durata del prestito non può superare i 10 anni e l’assicurazione che copre il rischio di scomparsa prematura va obbligatoriamente sottoscritta. Ma quali sono i passi da compiere per ottenere questo tipo di prestito? Prima di tutto, l’interessato deve domandare, presso una qualunque sede dell’Inps, la comunicazione di cedibilità della pensione, ossia il documento che dice qual è il tetto massimo della rata. Questo va poi consegnato alla banca o alla finanziaria contattata per il finanziamento. Se il pensionato si rivolge a un ente finanziario convenzionato con l’Inps, sarà l’ente stesso a procurarsi la comunicazione di cedibilità collegandosi telematicamente con l’istituto di previdenza. In questo caso, i tassi d’interesse applicati al prestito saranno più vantaggiosi.

Dal momento che è possibile cedere fino a un quinto della pensione, l’entità della rata dipende dall’ammontare di questa entrata mensile. La cifra viene calcolata al netto delle trattenute fiscali e previdenziali e in modo da non intaccare la minima fissata per legge. Ecco perché chi ha un trattamento pensionistico integrato al minimo non può accedere al prestito con cessione del quinto. Se si è titolari di più pensioni cedibili, il calcolo prenderà in considerazione il totale. Prima di procedere, l’Inps si sincera che siano rispettate alcune condizioni fondamentali. In particolare, le seguenti: la banca o la finanziaria devono possedere tutti i requisiti previsti dalla legge per l’attività creditizia; il tasso applicato al prestito deve essere inferiore al famigerato “tasso soglia” antiusura fissato per gli enti finanziari accreditati o al tasso fissato per la propria fascia d’età se il credito è accordato da un ente che ha una convenzione con l’Inps; nel contratto va segnalata ogni voce di spesa, da quella per l’istruttoria a quella per l’estinzione anticipata passando per assicurazione, commissioni e interessi. E ovviamente, la rata mensile non può superare il quinto della pensione.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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