Prestiti, difendersi dalle segnalazioni sbagliate
È sempre una faccenda spiacevole, la segnalazione erronea di note negative ai Sistemi di informazioni creditizie. Ancor più spiacevole è se chi l’ha inoltrata, messo al corrente dell’errore, non si adopera per porvi rimedio. Questo quanto sarebbe accaduto a una persona che, avendo chiesto invano alla finanziaria la correzione dei dati sbagliati, ha portato la questione all’attenzione dei giudici. In sostanza, la persona ha lamentato il fatto che la segnalazione del suo nominativo presso la Crif è dipesa da un’omonimia e non da una sua mancanza. Ma la società autrice della segnalazione, informata di ciò, non avrebbe corretto, mantenendole, le annotazioni negative. Una vicenda, questa, che è ancora all’attenzione dei giudici e su cui non aggiungiamo altro. Ma l’occasione ci è utile per ricordare cosa possiamo fare quando crediamo che i nostri dati, come spiega Crif sul suo sito, “non siano trattati in conformità alla normativa o che l’ente partecipante non li abbia segnalati correttamente”.
Cominciamo col dire che chiedere la cancellazione o la modifica dei dati dal Sic è un nostro diritto gratuito, che possiamo esercitare rivolgendoci a Crif o alla banca o alla società finanziaria che ci ha concesso il prestito cui sono riferiti i dati da correggere. Con un fondamentale distinguo: rivolgendoci alla banca o finanziaria possiamo direttamente ottenere la correzione dei dati contenuti in Eurisc, il Sistema di informazioni creditizie di Crif; mentre contattando Crif possiamo solo ottenere che Crif inoltri alla banca o finanziaria la richiesta di effettuare una verifica. Inoltrata la richiesta di verifica, Crif dovrà aspettare un feedback prima di poterci rispondere. Va però detto che, ricevuta la nostra istanza, Crif inserisce in calce al dato da noi contestato un’annotazione che informa che esso è oggetto di verifica. Entro trenta giorni, comunque vada, ci arriverà una risposta. E se nel frattempo la banca o finanziaria non ha dato riscontro, Crif inibirà a chi consulta il Sic la visibilità dei dati sul rapporto di credito che sono oggetto di verifica. Visibilità che rimane sospesa per tutto il tempo necessario a gestire la pratica in maniera definitiva.
Ricordiamo anche che i Sic – in generale, non solo quello di Crif – riportano tutte le informazioni sui rapporti di credito: non solo quelli cattivi, ma anche quelli buoni. Motivo per cui in genere si consiglia di non domandarne la cancellazione tout court: una nota positiva – o una serie di note positive – su finanziamenti in corso o da poco conclusi, in merito per esempio al regolare rimborso delle rate, possono farci guadagnare punti nelle successive domande di finanziamento. Quanto al Sic di Crif, ricordiamo che il tempo di conservazione delle info su una o due rate o mensilità pagate in ritardo è di 12 mesi dalla comunicazione della regolarizzazione (posto che nei 12 mesi i pagamenti siano sempre regolari), mentre bisogna aspettarne 24 per tre o più rate o mensilità versate in ritardo anche su transazione. Dai tre anni in su (dalla scadenza contrattuale del rapporto o dall’ultimo aggiornamento della banca o finanziaria) il tempo di conservazione dei dati sui finanziamenti non rimborsati.
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Il profilo dell'autore
Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci
Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.
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