Prestiti: cosa dice la Bce
26 gen 2024 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.
Un ulteriore inasprimento netto degli standard di credito per i prestiti alle famiglie, lieve per l’acquisto di abitazioni e più pronunciato per il credito al consumo e gli altri prestiti, con le percentuali che rispettivamente si attestano al 2% e all’11%.
È quanto emerge dalla January 2024 euro area bank lending survey, l’indagine sui prestiti bancari nell’area dell’euro diffusa qualche giorno fa dalla Banca centrale europea, l’autorità monetaria del gruppo dei Paesi d’Europa che hanno adottato la moneta unica. Percezione del rischio e criteri di finanziamento: facciamo il punto ripercorrendo i principali passaggi della survey della Bce.
La percezione del rischio ha reso gli istituti più cauti
Come mai le braccine degli istituti di credito si son fatte più corte e, soprattutto, più accorte? Stando all’indagine, la percezione del rischio è stata una delle principali cause dell’inasprimento degli standard di credito non solo per i prestiti alle imprese, ma anche per quelli alle famiglie, con la minore tolleranza al rischio che ha determinato l’inasprimento degli standard per il credito al consumo.
In particolare:
- i rischi di credito percepiti nei portafogli prestiti delle banche hanno avuto un impatto moderatamente restrittivo sugli standard di credito per i prestiti alle imprese e il credito al consumo nella seconda metà del 2023;
- l’impatto è stato invece neutro per i prestiti all’edilizia abitativa.
Ulteriore inasprimento netto degli standard di credito in vista
Cosa si riserva l’immediato futuro? Un alleggerimento delle condizioni? Non proprio. Per il primo trimestre del 2024, le banche dell’area dell’euro prevedono ora un ulteriore inasprimento netto degli standard di credito per i prestiti alle aziende e ai nuclei familiari.
Tutti prudenti: anche la domanda si è fatta un po’ più cauta
Anche nel quarto trimestre del 2023 le banche hanno registrato un calo netto della domanda di prestiti o di linee di credito da parte delle imprese, della domanda di prestiti per l’acquisto di abitazioni e della domanda di credito al consumo e di altri prestiti alle famiglie.
Può non sorprendere il fatto che in tutte le categorie di prestiti il calo della domanda sia stato determinato dal livello generale dei tassi di interesse, rivisti al rialzo dalla stessa Bce – così come da altre banche centrali – per contrastare i poderosi aumenti dei prezzi (leggi: inflazione) ai quali abbiamo assistito a partire dall’autunno del 2021.
La fiducia dei consumatori ha avuto un ruolo nel trend
Se lato imprese è stato il calo degli investimenti fissi a frenare la domanda di prestiti, la fiducia dei consumatori e le prospettive del mercato immobiliare hanno imposto una riduzione alla domanda di prestiti da parte delle famiglie. La percentuale netta di banche che ha segnalato questa flessione della domanda è stata inferiore a quella del trimestre precedente, ma – si legge sempre nell’indagine – “è stata più consistente del previsto per i prestiti per l’edilizia residenziale”.
Per la prima volta dall’inizio del 2022, le banche prevedono un lieve aumento netto della domanda di prestiti alle imprese e di mutui per l’edilizia residenziale nel primo trimestre del 2024.
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