Il fallimento personale

Quando i debiti diventano troppi, le imprese possono tentare di trovare un accordo con i loro creditori. Ma le famiglie? Fino a due anni fa, al contrario di quanto da tempo accade in molti Paesi europei, per i consumatori non c’era alternativa: pagare o guai. Poi, nel 2012, il governo Monti ha introdotto anche in Italia l’istituto della bancarotta individuale: chiaro nella teoria, un po’ più oscuro sul fronte invece di come si sarebbe potuto tradurre nella pratica. Almeno, fino all’inizio di quest’anno. Sì, perché – come ha reso noto il Movimento difesa del cittadino (Mdc) qualche giorno fa – lo sportello pilota dedicato ai casi di indebitamento eccessivo presso le famiglie italiane, attivo nella sede di Pistoia del Movimento in virtù di un apposito progetto approvato dal ministero dello Sviluppo economico tramite la Regione Toscana, ha ricevuto una buona notizia: il tribunale di Pistoia ha omologato “il piano del consumatore”, secondo l’Mdc il primo a livello nazionale.

Lo sportello ha il compito di fornire agli utenti informazioni sulla legge che stabilisce il da farsi nei casi di sovraindebitamento delle famiglie. Non solo: aiuta gli associati che vogliono dare inizio al procedimento a presentare la relativa istanza presso i vari tribunali competenti. Come funziona? Lo spiega lo stesso Mdc riportando i dettagli del caso che è stato omologato. Una pensionata ha contratto troppi debiti per via del figlio il quale, essendosi ammalato all’improvviso, non è più riuscito a curare la sua impresa e la figlia. Assistita dal Movimento difesa del cittadino, la donna ha presentato al tribunale di Pistoia l’apposita istanza per avviare la procedura di sovraindebitamento, prevista appunto dalla legge 3 del 2012. Il dottor Filippo Agostini, iscritto all’Albo dei dottori commercialisti di Pistoia, si farà carico delle funzioni dell’Organismo di composizione della crisi, una figura che – come precisa il Movimento – si può assimilare a quella del commissario giudiziale nelle procedure di concordato preventivo per le imprese fallibili.

Il “piano del consumatore” presentato al tribunale è in sostanza un piano di ristrutturazione proporzionato alla situazione del debitore. Quello omologato dall’ufficio toscano contempla quanto segue: lo stralcio (ossia, la sottrazione di una parte dalla somma complessiva) del 50% circa dell’indebitamento e il pagamento dell’altra metà in 90 rate con cadenza mensile, per una durata totale di sette anni e mezzo. Il computo della cifra è avvenuto alla luce della pensione e delle spese che ogni mese vanno affrontate per le necessità del nucleo familiare. Quanto è destinato ai creditori, conclude il Movimento, si ricaverà rientrando in possesso del quinto della pensione ceduto a una società finanziaria. Molto soddisfatta ovviamente Desirée Diddi, responsabile regionale e vice presidente nazionale dell’Mdc, la quale si augura che la legge, finora non molto nota e altrettanto poco applicata, diventi uno strumento per aiutare le famiglie in difficoltà. Se avete problemi di debiti, dunque, potete provare a rivolgervi allo sportello dell’Mdc. Attenzione, però: uno dei requisiti per accedere alla procedura è la “buona fede” del consumatore che si è ritrovato in affanno.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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