Casalinghe, il prestito è possibile

Innanzitutto, facciamo due conti. Il numero delle casalinghe in Italia, secondo i dati Istat sul secondo trimestre dell’anno diffusi a fine novembre, è sceso del 6,7% in dodici mesi. In cifre, vuol dire che nel nostro Paese ci sono circa 4 milioni e mezzo di donne che badano esclusivamente alla casa e alla famiglia rispetto alle quasi 4,9 milioni dello stesso periodo del 2011. Ossia, 327mila in meno in un anno. La ragione del calo sta molto probabilmente nella congiuntura economica, che spinge molte donne a trovare un’occupazione anche solo part time. A mettersi alla ricerca di un lavoro è soprattutto chi ha meno di 35 anni. Tuttavia, sempre secondo l’Istat, il numero degli “angeli del focolare” resta alto. In parallelo, aumentano i “casalinghi”: secondo l’ultima rilevazione sono all’incirca 70mila, rispetto ai 51mila di un anno prima.

Tutti loro – massaie e casalinghi, con una fonte di guadagno o senza – potrebbero comprensibilmente aver bisogno di un prestito. Soprattutto in un periodo come questo. Ma proprio perché il momento è complicato, più difficile certe volte risulta ottenere credito. Soprattutto se chi ne fa richiesta non ha un lavoro retribuito. Eppure qualche occasione, sul mercato, c’è.

Di solito, chi si occupa solo della casa e non ha un’entrata stabile può accedere a finanziamenti di piccolo taglio, da rimborsare con rate altrettanto piccole. In una fase di stretta creditizia come quella che stiamo attraversando – in cui le banche e le società finanziarie concedono prestiti con grande cautela – il tetto può risultare piuttosto basso: non più di tre o quattromila euro. Una somma comunque utile ad affrontare le spese legate alla casa: un elettrodomestico, una riparazione, una piccola ristrutturazione, un articolo per l’arredamento, un corso di formazione. Dato il tipo di spesa, si può richiedere un prestito personale a scopo “liquidità”, cioè non legato a un obiettivo particolare. A chi non ha una busta paga, il creditore in genere chiede la presenza di garante dotato di reddito: un coniuge, un genitore o un figlio.

Il prestito può essere legato oppure no a un’assicurazione. La polizza di copertura protegge sia la banca o la società finanziaria dal rischio d’insolvenza del cliente sia il cliente che non riesce a far fronte al rimborso del finanziamento, per esempio, per infortunio o malattia. In generale, quando si contrae un prestito, la scelta più saggia è assicurarsi, anche se quest’opzione ha un suo costo che va ad aggiungersi agli altri da sostenere.

Nota bene: se la somma di cui si ha bisogno è alta, va offerto qualcosa – di solito un immobile – in garanzia tramite sottoscrizione di un’ipoteca. In questo modo si può incassare un importo nettamente più sostanzioso, inferiore comunque al valore della struttura ipotecata.

Un capitolo a parte, infine, sono i finanziamenti agevolati per l’imprenditoria femminile, previsti dalla legge 215 del 1992: è un tipo di credito destinato anche alle casalinghe. Può fare domanda chi ha un progetto imprenditoriale da realizzare con una società. Una parte del finanziamento è a fondo perduto, ossia senza obbligo di rimborso, mentre un’altra parte è soggetta a tassi di interesse davvero bassi. Per le casalinghe che hanno un’idea da mettere in pratica.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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