Alla scoperta del leasing

Si definisce leasing finanziario l’operazione in virtù della quale una società di leasing concede in uso, per un certo periodo di tempo e dietro pagamento di un canone, un bene comperato o fatto costruire dal cliente presso un determinato fornitore. Cliente che ha la facoltà, al termine del contratto, di acquistare il bene a un prezzo prestabilito o di prorogarne l’uso a condizioni economiche predeterminate. Questa, in estrema sintesi, la definizione che abbiamo tratto dalle indicazioni di Assilea, l’Associazione italiana leasing. Ma perché ne parliamo? Perché recentemente la stessa Assilea ha pubblicato “To lease 2019”, il rapporto che contiene i numeri sul 2018 e le stime sul 2019 del leasing e del noleggio. Ora, forse non tutti sanno che un contratto di leasing può essere stipulato anche dai consumatori, e non solo da professionisti, imprese, associazioni ed enti pubblici. Può quindi essere interessante farsi un’idea di massima di come funziona.

In sostanza, come spiega Assilea, attraverso la “locazione finanziaria” (altro termine che indica il leasing) abbiamo un locatore (la società di leasing) che concede a un utilizzatore (poniamo, un consumatore finale, ovvero uno di noi) l’uso di un bene per un determinato periodo e a fronte del versamento di un canone.

Questo bene è stato precedentemente comperato dal locatore su indicazione dell’utilizzatore, che ne diventa responsabile, assumendosi “tutti i rischi relativi al perimento del bene acquisito in leasing”. Al contempo, l’utilizzatore può contare su una “opzione di riscatto”, in virtù della quale al termine del contratto, volendo, può acquistare il bene a un prezzo “contrattualmente predeterminato”. Quale sarebbe, quindi, la differenza tra un leasing finanziario e un classico finanziamento a rate?

Spiega Assilea: nel leasing finanziario il bene rimane di proprietà della società concedente per tutta la durata del contratto e passa all’utilizzatore solo se costui, al termine del contratto, esercita l’opzione di riscatto. Con il pagamento rateale, invece, il bene diventa subito di proprietà del debitore – rimanendo comunque vincolato al rispetto delle scadenze rateali – e dal punto di vista contabile e fiscale “viene trattato come un qualsiasi bene di proprietà dell’utilizzatore”.

Tra i beni che possono essere finanziati in leasing, tipicamente ci sono le automobili. In ogni caso, quando si chiede un preventivo di leasing, è essenziale che esso includa il costo del bene finanziato più l’Iva, le modalità di pagamento del fornitore da parte della società di leasing, la durata del contratto, la periodicità dei canoni e il loro numero e importo, l’anticipo versato al momento della stipula insieme alle spese di contratto, il valore di riscatto del bene e le spese assicurative e le spese di istruttoria.

Per stipulare un contratto di leasing ci si può rivolgere alla propria banca di riferimento, chiedendo magari se il gruppo al quale fa capo ha al suo interno una società o un ufficio specializzati nel leasing, oppure a un intermediario come l’agente in attività finanziaria o la società di mediazione creditizia, assicurandosi che l’uno e l’altra siano regolarmente iscritti agli elenchi gestiti dall’apposito Organismo degli agenti e dei mediatori, l’Oam.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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