Terziario in crisi: caso insolito nella storia italiana
21 mag 2021 | 2 min di lettura | Pubblicato da Paolo F.

Spesa in diminuzione di 130 miliardi di euro
Quando si parla di Pil, consumi e fatturati, da mesi le percentuali con il segno meno non sono una novità.
Un recente rapporto dell’Ufficio Studi di Confcommercio conferma le pesanti perdite accusate dal settore terziario nel 2020: spesa in diminuzione di 130 miliardi di euro, per l’88% a carico di abbigliamento, trasporti, svago e ristorazione.
Il turismo e i trasporti
Il settore turistico ha registrato un calo della domanda pari all’8,4% rispetto al 2019, anno in cui il comparto aveva già iniziato a soffrire alle prime avvisaglie di pandemia.
In particolare, è diminuita la domanda di turisti provenienti dall’estero: di conseguenza, la spesa dei non residenti in Italia è crollata da circa 44 miliardi a 17 miliardi, segnando una flessione superiore al 60%.
Anche gli spostamenti hanno registrato un calo a causa delle restrizioni: la richiesta di materiali per i trasporti è diminuita del 24,7%.
Giù anche l’acquisto di biglietti per mezzi di spostamento.
Gli altri settori in calo
Si riduce del 20,9% la domanda di vestiario e calzature.
Nonostante i consumatori si siano concentrati molto sulla casa, è diminuita del 6,9% la domanda di mobili ed elettrodomestici: beni durevoli che neppure il ricorso ai prestiti è riuscito a sostenere.
Segnano un -6,2% i consumi di servizi sanitari, un -20,9% quelli nel settore della ricreazione, cultura e istruzione. In questo ultimo settore, in particolare diminuisce l’acquisto di servizi culturali, libri e giornali.
In forte flessione (-40,5%) anche la richiesta di servizi alberghieri e di ristorazione.
Chi regge e cresce
Sono pochi i settori in cui la domanda ha un andamento positivo.
Aumentano – seppur lievemente – i consumi di alimenti, bevande e tabacchi (+0,3%), di acqua, elettricità, gas e combustibili (+0,6%).
Segna un incremento più significativo (+2,3%) la domanda nel comparto della comunicazione.
“Servono sostegni mirati”
“Nel 2020 – spiega Confcommercio - per la prima volta nella storia economica dell’Italia i servizi di mercato perdono quota in termini di valore aggiunto sul totale: stimiamo una riduzione dal 41% del 2019, massimo di sempre, a 38,8%, un valore prossimo a quello raggiunto nel 2007”.
In altre parole: questa fetta di economia italiana sta perdendo terreno anche all'interno di un contesto complessivo in sofferenza.
Sono quindi auspicabili, sottolinea il report, politiche statali di sostegno mirate, che si concentrino sui settori del terziario.
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