L’inflazione svuota il carrello della spesa, ma riduce gli sprechi
Italiani più attenti agli acquisti alimentari
Pubblicato il 12 ottobre 2023
L’esigenza di far quadrare i conti del bilancio mensile, ancora in parte sostenuto dai risparmi accantonati durante la pandemia e dal ricorso ai prestiti personali per le spese più importanti, ha reso gli italiani più attenti agli acquisti, anche alimentari: si compra meno e si cerca di ridurre gli sprechi di cibo in modo più consapevole rispetto al passato.
Ad aver raccolto i dati relativi al fenomeno è il Cross Country Report 2023-Food & Waste around the World che ha sottolineato come il caro prezzi abbia battuto il “food waste”. L’indagine, a cura di Waste Watcher – International Observatory on Food&Sustainability, promossa dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market con il monitoraggio Ipsos, è stata condotta in otto Paesi del mondo: Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Olanda e Azerbaijan. All’indagine hanno preso parte 8mila cittadini, con un campione statistico di 1.000 interviste per ciascun Paese.
Sono così emerse le abitudini di acquisto, la gestione e il consumo del cibo e l’approccio adottato dagli abitanti di ciascun paese per di ridurre lo spreco alimentare domestico, inclusa la lettura delle etichette.
La classifica dei Paesi più virtuosi
Secondo i dati raccolti, in media, sette consumatori su dieci hanno tagliato drasticamente gli acquisti e lo spreco alimentare è crollato in otto Paesi.
In particolare, rispetto all'estate del 2002, gli italiani hanno ridotto gli sprechi del 25% con 469,4 grammi a settimana che finiscono nell'immondizia (vale a dire 125,9 grammi in meno). Cittadini più virtuosi anche negli Usa, area storicamente meno attenta al fenomeno da sempre ai vertici della classifica, dove lo spreco scende del 35%, arrivando a 859,4 grammi settimanali pro capite (-479 grammi sull'anno).
Spagna e Francia sono i Paesi più virtuosi e migliorano la Germania, che riduce lo spreco del 43%, e il Regno Unito con 632 grammi settimanali a testa (94 grammi in meno rispetto al 2022).
Dove si nascondono gli sprechi
Le persone intervistate negli otto Paesi esaminati identificano lo spreco alimentare come spreco di denaro in famiglia, in particolar modo Italia e Stati Uniti si rivelano i più preoccupati con l'81%.
La frutta fresca si conferma l'alimento più sprecato, dove svettano Italia (33%) e Spagna (40%), seguite da Germania (30%) e Stati Uniti (32%), con l'eccezione del solo Azerbaijan dove si buttano soprattutto cibi pronti. Al secondo posto ci sono le insalate con l'Italia al 24% e la verdura in Olanda, ma anche cipolle, aglio e tuberi in Francia, Spagna e Azerbaijan. In Germania si gettano per lo più affettati e pane confezionato, in Spagna pane fresco, in Azerbaijan persino la carne rossa.
Come ridurre lo spreco alimentare
Tra le misure pubbliche utili a ridurre lo spreco, tutti i Paesi sono concordi nella scelta di puntare sull'istruzione nelle scuole e sulle etichette fronte pacco, letta dal 71% degli italiani, ma anche da spagnoli (70%), francesi (60%) e tedeschi (45%).
A farsi largo sono anche le informazioni nutrizionali, determinanti nelle scelte alimentari per Italia (53%) e Spagna (52%) e le diverse strategie antispreco. Se italiani e spagnoli acquistano con maggiore frequenza i prodotti freschi, la lista della spesa resta invece il punto di riferimento per Germania, Regno Unito e Stati Uniti.
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Il profilo dell'autore
Rosaria Barrile, giornalista professionista nata a Milano e laureata in Scienze Politiche, ha iniziato nel 2004 ad occuparsi di prodotti e servizi bancari e assicurativi per conto di un periodico specializzato e da allora non ha mai smesso.
In passato ha collaborato, tra gli altri, con il settimanale Soldi, la testata on line Etica News e il portale dedicato alle donne alfemminile.com. Ha condotto i servizi esterni della trasmissione Salvadenaro, programma di educazione finanziaria andato in onda sul canale 7Gold. Collabora attualmente con le testate on line Lamiafinanza.it, Lamiafinanza-green.it, Lamiaprevidenza.it, Banca e Mercati, e i mensili Largo Consumo e Bluerating.