Gestione del conto corrente in aumento
16 nov 2022 | 2 min di lettura | Pubblicato da Franco C.

Crescono sia le spese fisse che variabili
Sale la spesa per la gestione del conto corrente. Come se non bastasse con tutti i rincari, ecco spuntare la notizia che, nel 2021, è cresciuta di 3,8 euro la spesa per i correntisti, la quale ha raggiunto l’importo di 94,7 euro. Il dato è emerso dall'Indagine sulla spesa dei conti correnti realizzata da Banca d’Italia e fa il paio con quello del Crif sull'andamento dei prestiti personali e finalizzati di ottobre 2022 in aumento del 10%.
Che mantenere un conto corrente sia diventato molto più oneroso, complice anche l’inflazione, lo ha anticipato anche l’analisi di Facile.it, secondo cui negli ultimi 12 mesi, guardando al cosiddetto Indicatore dei Costi Complessivi (ICC), sono stati rilevatiincrementi che vanno dall’8% al 34%, con costi compresi fra i 27 ed i 152 euro annui.
Crescono le spese fisse (+73,4%) e variabili (+26,6%)
La variazione della spesa è per i conti correnti, secondo Bankitalia, è legata sia alla crescita delle spese fisse che di quelle variabili che hanno contribuito al rincaro, rispettivamente, per il 73,4% e per il 26,6%. L'importo più grosso tra le spese fisse è stato quello per emissione e gestione delle carte di pagamento. Tra le spese variabili quelle cresciute di più sono relative alla maggiore operatività della clientela, soprattutto per le operazioni agli sportelli.
Aumento dei costi anche per i conti online
In aumento anche la spesa dei conti correnti online, passata da 21,5 a 24,3 euro: colpa dei canoni di base e della maggiore operatività. Per quanto riguarda i conti postali, l'aumento determina un costo che passa da 53 a 58 euro, dovuto all’accresciuta operatività dei correntisti.
Unione consumatori: balzo ingiustificato
“Quello che più è inaccettabile è il rincaro delle spese fisse, cresciute di 2,8 euro nel 2021 e 4,3 euro nel 2020 - sottolinea Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori - Si tratta di un balzo ingiustificato per costi che gravano indiscriminatamente anche su chi ha una bassa operatività e fa un basso numero di operazioni”.
Si schiera contro gli aumenti anche il Codacons
“Dal girone infernale dei rincari non potevano mancare i servizi bancari - spiega il presidente Carlo Rienzi – Gli aumenti hanno riguardato soprattutto la gestione di carte di credito e bancomat: dalle commissioni sui prelievi ai canoni mensili, alle spese di ricarica delle prepagate, blocco o sostituzione carta, invio dell’estratto conto cartaceo, commissioni di cambio valuta applicate nei casi di pagamenti effettuati all’estero. Una cosa che risulta sempre più onerosa per i consumatori”.
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