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Bollettino su credito e consumi

7 feb 2025 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

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Al principio dell’anno è uscito il bollettino economico trimestrale della Banca d’Italia, il quale come sempre offre un’analisi dettagliata dell’andamento dell’economia nel nostro Paese, contestualizzandolo nel più ampio panorama economico internazionale e dell’area dell’euro.

Uno strumento che, come abbiamo sottolineato altre volte, fornisce informazioni cruciali sull’evoluzione dell’economia reale, dei conti pubblici, delle attività bancarie e dei mercati finanziari, elargendo spunti per comprendere le dinamiche italiane.

Il nuovo numero del bollettino, uscito a metà gennaio, si riferisce all’ultimo trimestre del 2024 e, come anche i numeri che lo hanno preceduto, fa il punto sul mercato del credito. Incluso, naturalmente, il credito al consumo. Anche alla luce del calo dei tassi d’interesse.

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I tassi e la trasmissione ai costi del credito

Una delle principali aree di attenzione del bollettino riguarda l’effetto dei tassi di interesse fissati dalla Banca centrale europea, l’autorità monetaria dell’area euro, sul sistema bancario italiano.

Con i tagli ai tassi di riferimento operati nel corso degli ultimi mesi, il costo della raccolta bancaria e quello del credito si stanno gradualmente riducendo. In particolare, tra agosto e novembre si è osservata una flessione significativa dei tassi di interesse sui prestiti bancari, che sono passati dal 5,1% al 4,5%.

Questo calo ha rispecchiato la tendenza al ribasso del tasso di riferimento privo di rischio da parte della Bce, e ha avuto un impatto anche sui prestiti già in essere, grazie alla prevalenza di operazioni a tasso variabile. Il credito al consumo, in particolare, ha assistito a una riduzione dei tassi, dal 8,8% all’8,5%.

Le famiglie, però, ci vanno ancora caute

Nonostante la diminuzione dei tassi, i finanziamenti alle famiglie nel mese di novembre hanno continuato a mostrare una certa debolezza, con una ripresa solo lieve dei mutui per le case. Secondo la Bank lending survey, le condizioni di offerta dei prestiti non hanno subito modifiche significative nel terzo trimestre, rimanendo stabili.

Uno sguardo ai consumi e al clima di fiducia

Un altro aspetto essenziale analizzato nel bollettino riguarda i consumi delle famiglie, che hanno mostrato segni di rallentamento nella parte finale del 2024. L’indicatore di Confcommercio, in particolare, ha mostrato una sostanziale stabilità nel bimestre ottobre-novembre rispetto alla stagione estiva, suggerendo una stagnazione degli acquisti di beni, a fronte di una crescita contenuta della spesa per i servizi.

Le spese per beni durevoli, come per esempio le automobili, hanno continuato a ridursi, a conferma di un clima di incertezza che frena i consumi.

La fiducia dei consumatori, dal canto suo, ha subito una leggera contrazione nel quarto trimestre dell’anno, penalizzata da una visione meno favorevole sulla situazione economica generale e da un deterioramento delle aspettative sull'occupazione. Malgrado ciò, le valutazioni sulla situazione economica personale e sulle possibilità di risparmio sono rimaste complessivamente favorevoli.

L’elevato livello dei tassi di interesse reali ha contribuito a mantenere attrattiva la possibilità di risparmiare, ma allo stesso tempo ha costituito un freno ai consumi.

Scelte di consumo tra fiducia e preoccupazione

Il bollettino economico trimestrale, insomma, offre uno spunto utile per monitorare l’andamento dell’economia italiana in un contesto di incertezze globali e sfide interne.

I tassi di interesse, per quanto in diminuzione, continuano a influenzare il comportamento delle famiglie e le scelte delle aziende, mentre il clima di fiducia dei consumatori appare tutto sommato ancora fragile, per via delle preoccupazioni legate all’occupazione e al quadro economico generale.

L’evoluzione di questi indicatori sarà ovviamente determinante. Anche per capire quale direzione prenderà il mercato del credito al consumo.

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