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Crescono le famiglie ricche in Italia

12 lug 2017 | 4 min di lettura | Pubblicato da Franco C.

Sono 307 mila le famiglie milionarie nel Paese

C'è una fetta della popolazione che non dimostra di aver bisogno né di mutui né di prestiti personali. Sono quelli che noi definiamo comunemente ricchi ma che, finanziariamente parlando, costituiscono una categoria ben precisa: sono le persone (o i nuclei famigliari, meglio) che possiedono oltre un milione di euro. Ebbene, secondo una ricerca curata da Boston Consulting, l'Italia annovera 307 mila famiglie milionarie, pari all'1,2% del totale dei nuclei famigliari. In tutto, possiedono il 20,9% della ricchezza italiana comprese azioni, obbligazioni, depositi e vari altri strumenti di liquidità. Questo risultato mette in evidenza come, da qui al 2021 queste famiglie di nababbi saliranno a 433 mila, pari all'1,6% del totale e avranno a disposizione il 23,9% della ricchezza finanziaria italiana.

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Italia, leggera battuta d'arresto. “La ricchezza finanziaria globale cresce del 5,3%: in Europa, aumenta del 3,2%. L'Italia registra una leggera battuta d'arresto, dovuta soprattutto alla riduzione di valore, il cosiddetto effetto mercato, di partecipazioni azionarie dirette e di investimenti obbligazionari che hanno come controparte istituzioni finanziarie”, spiega Edoardo Palmisani, principale di Boston consulting group. Il report quest'anno evidenzia come la creazione di nuova ricchezza rimane pressoché costante. “Sono gli investimenti diretti azionari e quelli obbligazionari a generare una performance negativa, parzialmente controbilanciati dai fondi comuni e dalle gestioni patrimoniali”, sottolinea il manager.

Crescono i paperoni del mondo. Le famiglie italiane milionarie, dunque, in termini di azioni, obbligazioni e di depositi sono destinate a crescere, ma questo è un fenomeno che si registra un po' a tutte le latitudini. Nel mondo, il numero delle famiglie milionarie è cresciuto del 7% in un anno, arrivando a toccare quota 18 milioni di nuclei famigliari che possiedono il 45% della ricchezza. Il 12% detiene un patrimonio superiore al milione di dollari, percentuale che salirà al 16% entro il 2021. La crescita più consistente sarà quella delle famiglie che possiedono tra 1 e 20 milioni di dollari, che aumenteranno il loro portafoglio a un ritmo del 6,1% l'anno. I super ricchi, quelli cioè che possiedono oltre 100 milioni di dollari dovrebbero crescere invece a un tasso medio di aumento del 4,6% annuo.

Le cose potrebbero cambiare. In futuro le cose potrebbero cambiare, in parte. “Ci aspettiamo che il portafoglio delle famiglie continui a ribilanciarsi verso il mondo azionario piuttosto che verso quello obbligazioni, cash e depositi, in modo da raggiungere un'allocazione più efficiente. Confrontando il portafoglio italiano con quello del resto d'Europa o con quello americano, notiamo che già adesso il peso di obbligazioni e cash è molto superiore”.

Più in dettaglio, il 12% di queste famiglie milionarie detiene un patrimonio superiore al milione di dollari: nel 2021 questa percentuale salirà al 16%. La crescita maggiore riguarderà le famiglie con ricchezza compresa tra uno e 20 milioni di dollari (incremento del 6,1% medio l'anno) seguita dai super ricchi (patrimoni oltre i 100 milioni) con un tasso di aumento del 4,6% l'anno.

La ricchezza finanziaria privata continua a correre in tutto il mondo: a livello globale la corsa di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari ha portato il valore totale di azioni, obbligazioni e depositi bancari alla cifra di 166.500 miliardi di dollari. Rispetto al 2015 si tratta di un incremento del 5,3%, superiore al +4,4% registrato l'anno precedente. Nel 2021 si dovrebbe toccare la quota di 223.100 miliardi di dollari, con una crescita media annua del 6%, derivante in parti uguali dalla creazione di nuova ricchezza e dalla valorizzazione degli asset esistenti. Lo mette in luce il report "Global Wealth 2017: Transforming the Client Experience" di The Boston Consulting Group (BCG), giunto alla 17esima edizione.

L'aumento della ricchezza privata è generalizzato in termini geografici "ma ancora una volta è stata l'area dell'Asia-Pacifico a segnare lo sviluppo più rapido: l'incremento è stato del 9,5%, inferiore a quello a due cifre degli anni passati (la media 2011-2015 era stata del 12%) ma tale da prospettare a breve uno storico sorpasso ai danni dell'Europa occidentale come secondo mercato più ricco".

L'area con Stati Uniti, Canada e Messico ha segnato un incremento robusto, +4,5%, superiore a quello dell'Europa occidentale, pari al +3,2 per cento. Per queste due regioni, così come per America Latina e Medio Oriente e Africa, l'andamento nel 2016 è stato migliore rispetto all'anno precedente.

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