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Prestito o fido bancario: qual è la differenza?

12 lug 2019 | 4 min di lettura | Pubblicato da Maria Paulucci

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Spesso quando si parla di fido e di prestito c'è molta confusione e si tende a vederli come una unica cosa. In realtà esistono grandi differenze tra prestito e fido bancario, due forme di finanziamento che hanno in comune soltanto il versamento di una somma di denaro da rimborsare. Cerchiamo di fare chiarezza. 

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Cosa è il Fido

Nel perimetro della guida al credito ai consumatori della Banca d’Italia troviamo anche il fido. Cos’è? Citando la definizione che ne dà Bankitalia: il fido, detto anche “affidamento”, è un finanziamento che la banca concede ai propri correntisti, previa presentazione di determinate garanzie. Il fido è pertanto una somma di denaro che la banca, su richiesta del cliente, si impegna a mettere a disposizione sul suo conto corrente, oltre il saldo disponibile.. Un’operazione che infatti si chiama anche “apertura di credito in conto corrente”.

A cosa serve il fido?

La finalità del fido è la stessa del prestito: serve a finanziare le nostre spese. Mentre, però, al prestito si pensa quando si deve far fronte a spese straordinarie, il fido interviene per le spese ordinarie, quando il saldo del nostro conto va sotto lo zero. Diverse le modalità di attivazione. C’è sempre un contratto, che però nel fido riguarda l’apertura di credito: in sostanza, la banca si impegna a mettere a disposizione del cliente un certo ammontare di denaro per un certo tempo o a tempo indeterminato, fino al massimo concordato. Per contro, il cliente può presentare una garanzia personale o reale.

In altre parole, il fido fa sì che chi finisce i soldi sul conto può comunque continuare a prelevare, entro il limite concordato con la banca. Ma attenzione: non sono soldi gratis. Di fatto, si tratta di soldi prestati, che il cliente deve rimborsare alla banca con tanto di interessi (e pagando anche un canone mensile): infatti il contratto di apertura di credito in conto corrente stabilisce i tempi e i modi della restituzione rateale. Trascorso il tempo stabilito nel contratto, la banca fa partire la richiesta di rientro: e come per i prestiti, più lunghi sono i tempi, più alti saranno gli interessi. Tutto ciò premesso, chi ha un saldo negativo sul conto e vuole tornare a respirare un po’, può andare nella sua filiale e chiedere il fido.

Come si richiede un fido?

Generalmente, per richiedere un fido si compila un modulo. Dopodiché la banca farà la sua valutazione, i cui criteri non sono troppo diversi da quelli adoperati nell’esame dell’affidabilità creditizia che precede l’erogazione di un prestito.

L’istituto bancario esamina la situazione reddituale del richiedente: quindi le sue entrate, le sue uscite e gli eventuali altri impegni di spesa, inclusi mutui e prestiti. Tuttavia, se i requisiti ci sono, i tempi di concessione del fido sono tutt’altro che biblici: da pochi giorni fino al massimo a un mese, oltre il quale si può dedurre che il fido non è stato dato. Quanto si può ottenere con un fido bancario? Dipende dalla banca e dalla presenza o meno di garanzie reali o personali. Un aspetto interessante, tuttavia, è che il destinatario non deve per forza utilizzare tutti i soldi messi a disposizione dalla banca, ma anche soltanto una parte: e gli interessi vengono calcolati solamente sulla quantità di denaro realmente utilizzata, che poi è la sola che va restituita.

Differenze tra Fido e Prestito

Per capire quali sono le differenze tra il fido e il prestito occorre spiegare prima cosa è un prestito. Il prestito è un finanziamento di importo variabile che il cliente dovrà restituire secondo modalità e tempistiche prestabilite nel piano di rientro. Il piano di rientro è costituito da una quota capitale e una quota interessi: a differenza del fido tutto il denaro ottenuto, a prescidere se sia stato speso tutto o n, dovrà essere restituito. Normalmente i tassi dei prestiti sono inferiori rispetto a quelli di un fido.

Meglio un fido di un prestito, quindi? Dipende da ciò di cui abbiamo bisogno. Per entrambi, vale la regola di pianificare attentamente entrate e uscite per poterne assicurare il puntuale rimborso.

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