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Che cosa si intende per rifinznziamento

22 giu 2018 | 3 min di lettura | Pubblicato da Maria P.

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Siamo di nuovo in quel periodo dell’anno – che ricorre una volta ogni sei mesi, a dicembre e a giugno – in cui l’associazione Assofin e le società Crif e Prometeia ci aggiornano sullo stato di salute del credito al consumo in Italia. È infatti da poco uscita la 44esima edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato per l’appunto da Assofin, l’associazione dei principali operatori del credito, dalla società di consulenza creditizia Crif e da Prometeia, società di consulenza, sviluppo software e ricerca economica per banche, assicurazioni e imprese. L’Osservatorio ci dice che anche nel 2017 il credito al consumo è salito, anche se a un ritmo un po’ più basso. Ma ci fa anche sapere che “cresce ancora la componente refinance, sostenuta da una vivace concorrenza tra gli operatori eroganti che ha indotto le famiglie a trasferire i finanziamenti da un istituto all’altro alla ricerca di condizioni migliori”. Noi, pronti e ricettivi come sempre, cogliamo l’occasione al volo per approfondire il tema refinance. Cos’è e, soprattutto, come funziona?

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Refinance è un termine inglese che sta per rifinanziamento. E il rifinanziamento è, in pratica, la via per uscire da una situazione di indebitamento che pesa un po’ o anche solo per ottenere un nuovo prestito a condizioni più vantaggiose, come si può intuire dallo stesso Osservatorio, che fa appunto riferimento alla concorrenza tra gli operatori. Esaminiamo le due casistiche. Mettiamo, per esempio, che abbiate acceso tre finanziamenti e a un certo punto decidiate che questi tre “fronti di debito”, anche se non producono un’emergenza, sono comunque troppi per il bilancio vostro e della vostra famiglia. Potete consolidare i debiti, ossia accendere un quarto finanziamento che vi consenta di estinguere gli altri tre dovendone gestire, da quel momento in avanti, uno solo. E, tipicamente, a rate più sostenibili, perché in genere il piano di rimborso associato a questo tipo di prestito prevede tempi più lunghi. Ma, come abbiamo detto, nelle operazioni di refinance censite in Italia dall’Osservatorio sul Credito al Dettaglio di Assofin, Crif e Prometeia emerge l’elemento della competizione tra gli operatori.

Anche in assenza di particolari affanni personali e familiari, il consolidamento debiti può essere un’occasione per ottenere un nuovo prestito a condizioni più convenienti, meno costoso in quanto a tassi di interesse e meno esoso in termini di rate da versare mensilmente, come peraltro già accennato sopra. Ma a chi si può richiedere il prestito di consolidamento? Non c’è una regola: lo possiamo domandare alla nostra banca o finanziaria di riferimento oppure a un operatore completamente diverso, il quale magari vorrà conquistarci con un’offerta golosa che, per citare il grande classico cinematografico, “non si può rifiutare”. Non solo. Questo tipo di finanziamento consente anche di ottenere un po’ di liquidità aggiuntiva per affrontare altre spese, senza doverle necessariamente dettagliare al creditore. Attenzione: non è possibile chiedere il rifinanziamento in assenza di reddito o di una garanzia. Per i dipendenti e i pensionati, invece, c’è anche la strada del consolidamento debiti con cessione del quinto dello stipendio o della pensione.

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