Risparmio in aumento, calo dei prestiti personali
25 feb 2025 | 2 min di lettura | Pubblicato da Franco C.
Aumenta il risparmio e calano i prestiti a imprese e famiglie. È questo, in estrema sintesi, il quadro tracciato dal bollettino mensile dell'Abi secondo cui a gennaio 2025 il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è sceso al 4,2% dal 4,4% di dicembre 2024 e dal 5,45% di dicembre 2023. Il tasso medio sul totale dei prestiti, quindi sottoscritti negli anni, sia prestiti personali che finalizzati, è sceso al 4,31% dal 4,44% di dicembre 2024. Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è sceso al 3,09% dal 3,11% di dicembre 2024 e dal 4,42% di dicembre 2023.
Il rallentamento della crescita economica, secondo Abi, contribuisce a deprimere la domanda di prestiti, anche prestiti personali: a gennaio 2025, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi dell'1% rispetto a un anno prima, stesso valore del mese precedente, mentre a dicembre 2024 i prestiti alle imprese erano diminuiti del 2,3% e quelli alle famiglie erano cresciuti dello 0,2%.
Cresce il risparmio degli italiani
Secondo il bollettino mensile Abi, la raccolta indiretta, cioè gli investimenti in titoli custoditi presso le banche, presenta un incremento di oltre 156 miliardi di euro tra dicembre 2023 e dicembre 2024,: 47,1 miliardi famiglie, 17,9 miliardi imprese e il restante agli altri settori, imprese finanziarie, assicurazioni, pubblica amministrazione. A gennaio 2025 la raccolta a medio e lungo termine, tramite obbligazioni, è cresciuta rispetto ad un anno fa del 6% dal +7,2% nel mese precedente.
+2,1% i depositi
I soli depositi, nelle varie forme, a gennaio 2025 sono cresciuti del 2,1% su base annua (+2% il mese precedente). La raccolta diretta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) a gennaio 2025 è risultata in aumento del 2,6% su base annua, proseguendo la dinamica positiva registrata da inizio 2024 (+2,7% a dicembre 2024).~~
Calano i crediti deteriorati
A dicembre 2024 sono diminuiti a 30,4 miliardi di Euro da 32,1 miliardi di settembre 2024 (e da 30,5 miliardi a dicembre 2023) i crediti deteriorati netti, cioè l'insieme delle sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti calcolato al netto delle svalutazioni e degli accantonamenti già effettuati dalle banche. Rispetto al loro livello massimo, ossia 196,3 miliardi raggiunti nel 2015, sono in calo di circa 166 miliardi. A dicembre 2024 i crediti deteriorati netti rappresentano l'1,47% dei crediti totali: a settembre 2024, tale rapporto era l'1,54%, l'1,41% a dicembre 2023 Io l 9,8% nel 2015.
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