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Prestiti e usura

14 feb 2012 | 3 min di lettura | Pubblicato da Andrea P.

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Come si fa a capire se chi presta denaro lo fa a un tasso talmente elevato da sconfinare il campo della legalità, rientrando quindi nel reato di usura? Il metodo per calcolare questa soglia è stato stabilito lo scorso maggio, con l’entrata in vigore del “decreto Sviluppo” (70/2011) e prende come riferimento la media dei tassi rilevati sul mercato, alla quale viene aggiunto un margine di tolleranza.

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Il punto di riferimento della formula, infatti, è il Tasso Effettivo Globale Medio (TEGM) che risulta dalle rilevazioni trimestrali svolte dalla Banca d’Italia per conto del ministero dell’Economia e delle Finanze. Nel segno della trasparenza ai consumatori, le tabelle con i TEGM rilevati vengono pubblicate nei siti internet di questi tre istituti, oltre che sulla Gazzetta Ufficiale, il periodico delle leggi emanate dalla Repubblica.

Per ottenere la soglia d’usura, occorre aumentare il TEGM di un quarto e aggiungere a questa cifra un ulteriore margine del 4%, ma esiste al contempo un limite oggettivo: la differenza tra il tasso limite e il tasso medio non può essere più ampia dell’8%, come stabilito dal ministero del Tesoro. Secondo l’ultimo comunicato della Banca d’Italia (23 dicembre) i TEGM registrati nel terzo trimestre del 2011 sono stati in rialzo, ma con alcune significative eccezioni: -44 punti base, ad esempio, per il credito al consumo finalizzato fino a 5.000 euro e per i mutui a tasso fisso.

Ecco alcuni esempi pratici: per i prestiti con cessione del quinto (dello stipendio o della pensione) il TEGM annuo rilevato è stato rispettivamente del 13,05% e dell’11,05% per importi inferiori o superiori a 5.000 euro e i relativi tassi di usura saranno quindi all’incirca del 20,31% e 17,81%. Per quanto riguarda il credito finalizzato, i TEGM sono stati 12,12% e 10,38% (sempre sotto e sopra i 5.000 euro) e quindi i relativi tassi di usura rispettivamente a 19,15% e 16,97%.

Ma cosa c’è dentro il TEGM? L’interesse praticato dalle banche e dagli intermediari finanziari viene calcolato su base annuale. Questo parametro, inoltre, deve comprendere tutte le spese e commissioni collegate al finanziamento, tranne gli oneri fiscali (tasse e imposte). Per confrontare in modo omogeneo le operazioni di prestito e finanziamento erogate dagli istituti di credito è necessario classificarle in base a vari criteri (natura, oggetto, importo, durata, rischi e garanzie): di questo si occupa annualmente il ministero dell’Economia, delegando alla Banca d’Italia la rilevazione dei dati. Alla banca centrale compete anche, nell’ambito delle sue funzioni di vigilanza e controllo, la verifica del rispetto dei criteri di calcolo previsti dalle Istruzioni (emanate dalla stessa Banca d’Italia alle banche) e dei limiti delle soglie d’usura.

La legge in tema di tasso d’usura (108/96), prima delle modifiche introdotte l’anno scorso, stabiliva che il tasso soglia d’usura era pari al TEGM aumentato del 50%. Le associazioni dei consumatori, tra cui Adiconsum che gestisce il Fondo di prevenzione usura (riconosciuto dal ministero dell’Economia) per aiutare le famiglie sovraindebitate, hanno chiesto una revisione complessiva della materia e l’estensione del Fondo per sospendere le rate anche al credito al consumo, assieme a nuove forme di accesso al credito per i meno abbienti e a pene più severe per gli usurai.

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