L'ufficio in casa: prorogato il bonus smart working

L'ufficio in casa: prorogato il bonus smart working

Possibile usufruirne per tutto il 2021

Pubblicato il 11 giugno 2021

Lo hanno capito in tanti: se smart working deve essere, allora meglio che sia con una vera postazione da lavoro.

Avere una scrivania e una sedia ergonomica, magari in uno spazio delle casa isolato, permettono di lavorare meglio mantenendosi in salute.

Ecco perché è una buona notizia la proroga del “bonus smart working” per tutto il 2021.

Cos'è il bonus smart working

Il bonus fa parte dei cosiddetti “fringe benefit”, ossia un welfare aziendale con il quale i datori di lavoro trasferiscono ai dipendenti le risorse per acquistare beni e servizi.

Visto il perdurare del lavoro agile, il decreto agosto aveva già raddoppiato il plafond, da 258 a 516 euro, spendibili per scrivanie, illuminazione, sedute ergonomiche.

Con il decreto sostegni è arrivata la proroga, che conferma la stessa cifra fino a fine anno.

Le agevolazioni continuano

La scelta pare logica, anche perché perdurano l'emergenza e il ricorso agevolato allo smart working: dopo l'approvazione della Commissione Affari sociali della Camera, è arrivato in Parlamento un emendamento al disegno di legge di conversione del decreto Riaperture che proroga dal 31 luglio al 31 dicembre 2021 la possibilità di ricorrere allo smart working semplificato per i datori di lavoro del settore privato.

Molti lavoratori e aziende, inoltre, si sono detti disponibili a proseguire l'impiego agile anche oltre la pandemia.

Doppio obiettivo

I dipendenti, quindi, potranno sfruttare questa opportunità anziché sborsare di tasca propria per una postazione che poteva richiedere anche il ricorso di un prestito al consumo.

Come molti provvedimenti anti-pandemia, l'obiettivo del bonus smart working è duplice. Da una parte c'è la necessità di supportare le famiglie e gli individui, che così potranno dotarsi di sedie e scrivanie adatte al lavoro senza gravare sul proprio bilancio.

Dall'altra, la misura prova a sostenere il settore degli arredi da ufficio, che ha accusato un calo del fatturato attorno al 20%.

Non a caso l'organizzazione di categoria, Assufficio, ha prima spinto e poi accolto positivamente il provvedimento.

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Il profilo dell'autore

Paolo Fiore, giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.

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