I motivi per cui un prestito viene rifiutato e cosa fare in caso di rifiuto

Le 3 cose da sapere:
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I prestiti possono essere rifiutati per segnalazioni negative nei Sistemi di Informazione Creditizia.
1I prestiti possono essere rifiutati per segnalazioni negative nei Sistemi di Informazione Creditizia.
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L’assenza di reddito stabile o garanzie sufficienti può compromettere l’approvazione.
2L’assenza di reddito stabile o garanzie sufficienti può compromettere l’approvazione.
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In caso di rifiuto, è possibile ricorrere alla cessione del quinto o a un garante affidabile.
3In caso di rifiuto, è possibile ricorrere alla cessione del quinto o a un garante affidabile.
Quando ci si rivolge a una banca o a una finanziaria per richiedere un prestito, può capitare che la domanda di finanziamento venga rifiutata. Il rifiuto può avvenire perché le banche richiedono particolari garanzie e valutano diversi elementi per giudicare se un eventuale cliente può essere considerato affidabile per la restituzione del denaro ricevuto e degli interessi. Ma quali sono le motivazioni per cui ci si potrebbe trovare di fronte a un rifiuto del prestito? E cosa fare in questi casi?
Sommario
Banche dati e sistemi d'informazione creditizia
Di solito le banche, una volta richiesto un prestito, iniziano a verificare gli eventuali precedenti di un cliente rispetto ad altre operazioni simili. Esistono delle banche dati, pubbliche e private, da cui possono essere estratte informazioni per determinare se il richiedente è un buono o un cattivo pagatore.
Ad esempio, nei database dei Sic, ovvero i Sistemi di informazione creditizia, sono riportate tutte le informazioni relative a eventuali richieste precedenti, note positive e, soprattutto, eventuali note negative. Queste consultazioni, pur non essendo sempre determinanti, potrebbero indirizzare positivamente o negativamente l'esito della valutazione.
Essere considerati dei cattivi pagatori sicuramente non facilita le cose, ma bisogna ricordare che la classificazione come tali ha una durata ben specifica in base alla gravità del mancato adempimento. Se si dovesse trattare di una o due rate non pagate, poi regolarmente saldate, sulle banche dati l'informazione sarà presente per circa un anno. Quindi, se un primo finanziamento fosse stato rifiutato proprio sulla base di una fama di cattivo pagatore, dopo un anno o poco più è possibile ritentare con un esito auspicabilmente diverso.
Precarietà e restituzione delle somme prestate
Oltre ai fattori legati a rapporti finanziari precedenti, uno dei motivi per cui il prestito potrebbe essere rifiutato riguarda la condizione lavorativa del richiedente. Un disoccupato, ad esempio, sulla carta non presenta le giuste garanzie per essere considerato affidabile nella restituzione del prestito, in particolare se non può dimostrare altre fonti di reddito.
Lo stesso vale per i lavoratori a tempo determinato, soprattutto se con contratto in scadenza entro breve termine: anche in questo caso le banche potrebbero rifiutare il finanziamento, poiché perdere il lavoro dopo un lasso temporale definito darà delle garanzie alle finanziarie non di molto superiori rispetto a quelle che potrebbe dare un disoccupato.
Reddito e patrimonio non adeguato
L'ammontare del reddito è importante, in particolare quando si parla di grandi somme richieste in prestito. Il prestito potrebbe venire rifiutato anche a quei lavoratori che, pur avendo raggiunto una buona stabilità contrattuale, non avessero comunque un reddito tale da permettere una restituzione certa del credito e degli interessi.
Le banche inoltre richiedono molto spesso anche eventuali beni di un certo valore come garanzia (molto spesso si parla di una casa), per o avere la sicurezza legata anche alle ipotesi più remote di mancato adempimento dei propri doveri. Per questo, la mancanza di beni eventualmente pignorabili, come il possesso di beni o immobili di valore economico troppo basso, potrebbe portare a un rifiuto.
Inoltre, ad esempio, anche possedendo una casa perfettamente in regola, ma ottenuta per donazione (il che implicherebbe la possibilità di un terzo che, entro alcune tempistiche, potrebbe rivendicare sulla stessa qualche diritto), le banche potrebbero non sentirsela di concedere il prestito, poiché il garante potrebbe venire meno in un qualsiasi momento.
Garante poco adatto
In assenza di garanzie sufficienti, la banca potrebbe richiedere la nomina di un garante, ossia una terza persona intitolata di rimborsare il prestito qualora il debitore principale risultasse inadempiente.
Anche sulla figura designata come garante, la banca effettuerà delle valutazioni per capire se sia effettivamente in grado di coprire eventuali inadempienze del richiedente e se possa quindi essere considerata una forma di garanzia aggiuntiva attendibile.
Richieste multiple di prestiti
Un altro possibile motivo di rifiuto è legato alla possibilità di aver effettuato più richieste contemporaneamente.
In questo caso si tratta di una situazione simile a quella di cui si è detto a proposito delle banche dati, in riferimento a rapporti di natura finanziaria precedenti. Troppe richieste rintracciate all'interno del database dei Sic o del Crif possono portare alla mancata concessione del prestito.
Altri finanziamenti in corso
Talvolta, anche di fronte ad una condizione lavorativa ottimale, a un reddito valido e alla presenza di un garante idoneo, oltre che ovviamente alla totale assenza di infrazioni nei rapporti finanziari precedenti, il prestito potrebbe essere rifiutato di fronte alla presenza di un numero reputato eccessivo di finanziamenti in corso.
Le banche spesso si trovano a temere il fatto che, di fronte a troppe rate cui adempiere per un lungo lasso temporale, il cliente si potrebbe trovare in difficoltà nella restituzione delle somme di denaro. Anche in questo caso, perciò, il rifiuto risulta molto probabile.
Mancanza di altri finanziamenti o prestiti
Anche la situazione diametralmente opposta a quella presentata poc'anzi può portare ad un esito simile.
Se una banca non riuscisse a trovare informazione alcuna nei Sic o altre banche dati, non potendo conoscere, se non il reddito e la situazione lavorativa del possibile cliente, altre informazioni relative alla sua affidabilità, potrebbe non sentirsela di prestare somme di denaro, soprattutto se ingenti, rifiutando così il prestito anche ad un possibile ottimo pagatore.
Cosa fare se la richiesta di prestito viene rifiutata?
Nel caso in cui la tua domanda di prestito non fosse accolta, la prima cosa da fare è capire le motivazioni del rifiuto. Non esiste, infatti, una sola ragione perché una richiesta di finanziamento non vada a buon fine; occorre, quindi, capire quale elemento ha determinato il rigetto della pratica per trovare una soluzione alternativa.
Se la ragione del rifiuto è legata ad una segnalazione delle Centrali di Rischio, che ha rivelato un passato da cattivo pagatore oppure da protestato, la soluzione ideale per ottenere ugualmente la liquidità desiderata senza ricorrere ad un prestito personale è la cessione del quinto dello stipendio o della pensione.
Se si possiedono le condizioni lavorative idonee per ricorrere a questa tipologia di finanziamento, ossia essere lavoratori pubblici o privati a tempo indeterminato oppure pensionati, la cessione del quinto rappresenta senza dubbio la risposta migliore per chi ha ricevuto protesti o altri disguidi in passato.
Se, invece, i motivi del rifiuto risiedono in una valutazione di rischio elevato da parte dell'istituto di credito – secondo cui sono in essere delle condizioni che fanno aumentare la possibilità di mancato rimborso (per reddito troppo basso o ulteriori prestiti o mutui) – le soluzioni possono essere diverse.
È possibile, ad esempio, allungare la durata del prestito, in maniera tale da abbassare l’importo della rata e renderla più sostenibile. In questo modo, si riduce il rischio di sovra-indebitamento.
In alternativa, è possibile ricorrere all’aggiunta di un garante o di un co-obbligato: il co-obbligato è un secondo intestatario del contratto di finanziamento, mentre il garante è la persona obbligata a corrispondere i pagamenti all’istituto di credito solo qualora il debitore non riesca a far fronte alle rate.
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