La ripresa italiana è più forte del previsto

La ripresa italiana è più forte del previsto

Forti segnali di crescita per il Belpaese

Pubblicato il 16 novembre 2021

Dopo la picchiata economica dovuta alla pandemia, la ripresa era prevedibile. Ma non con la forza con cui si sta manifestando secondo il Centro Studi Confindustria: tra il 2021 e il 2022, il Pil farà un balzo superiore al 10%.

Si tratta di stime corrette al rialzo rispetto alle precedenti. Ad aprile si prevedeva un rialzo del 4,1% nel 2021. Dovrebbe essere del 6,1%. Nel 2022, invece, segnerà un +4,1%.

Dal rapporto “Quale economia italiana all’uscita dalla crisi?” emergono quindi forti segnali di crescita per l'Italia, che ha quasi colmato il gap rispetto alle perdite del periodo pre-crisi e che, anche grazie al Pnrr, punta a mantenere un'andatura sostenuta.

La variante Delta

Le stime superiori alle attese sono dovute soprattutto all'impatto sul territorio della variante Delta del Covid, decisamente più modesto del previsto: anche grazie alle vaccinazioni, non ha ostacolato la ripresa del Paese e, soprattutto, non ha reso necessaria l’adozione di forti misure di contenimento.

I livelli antecedenti alla pandemia

La ripresa del Pil, che nel 2020 aveva segnato un tragico -9%, porta con sé la speranza di un ritorno alla normalità. Secondo le stime del Centro Studi, il prodotto interno lordo tornerà ai livelli antecedenti al Covid già nella prima metà del 2022, in netto anticipo rispetto alle previsioni di qualche mese fa.

L’Italia raggiungerà i livelli pre-crisi con ritardo rispetto ad altre economie. Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno colmato il ritardo già nel secondo trimestre 2021. Si tratta però di un andamento fisiologico, dovuto alla perdita di Pil più pronunciata.

I prossimi mesi

Fisiologico è anche un rallentamento del ritmo. Dopo la corsa rapida degli ultimi mesi, nell'ultima parte del 2021 è in corso una leggera frenata. Nel 2022 ci si attende una crescita dello 0,7% medio a trimestre, meno del 2021 ma pur sempre un'andatura di tutto rispetto. Basti ricordare che nel periodo 2015-2018 la crescita è stata dello 0,3% a trimestre.

Attenzione poi al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che porta una quantità enorme di risorse nell'economia italiana. Utilizzarle in maniera efficace potrebbe supportare una nuova accelerazione. Si tratta di condizioni favorevole che potrebbero liberare il risparmio accumulato dagli italiani, rilanciando la propensione ai consumi e alla sottoscrizione di prestiti.  

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Il profilo dell'autore

Paolo Fiore, giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.

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