Decreto liquidità, i mini-prestiti alle aziende non decollano
Sono solo 45.703 le domande presentate
Pubblicato il 8 maggio 2020
È stata una delle misure più in vista del “Decreto Liquidità”, ma i mini prestiti da 25 mila euro, pensati per sostenere liberi professionisti, autonomi e Pmi, non starebbero riscuotendo il successo sperato. Lo afferma la Cgia di Mestre. La ratio del provvedimento era chiara: dare credito, in modo agevole, anche a chi non è solito dialogare con le banche o ha ridotte possibilità di ottenere un prestito. Dovrebbe essere una soluzione per tamponare l'esigenza di liquidità che anche piccoli imprenditori e autonomi possono ritrovarsi a fronteggiare durante l'emergenza Covid.
Fino allo scorso 30 aprile, le banche hanno fatto pervenire al Fondo di garanzia del Mediocredito Centrale (l'organo incaricato di gestire le risorse) 45.703 domande. Poche, secondo la Cgia, se si considera che la platea a cui si rivolge il provvedimento è costituita da oltre 5,2 milioni di attività. È vero che si tratta dei primi giorni (il decreto liquidità è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 10 aprile), ma le richieste corrispondono a meno dell'1% della platea potenziale.
Secondo l'ufficio studi della Cgia, nonostante le buone intenzioni, il freno principale riguarda lo strumento utilizzato: un prestito che, nonostante le condizioni favorevoli, porta comunque Pmi e professionisti a indebitarsi. Più utile sarebbe lo stanziamento di risorse a fondo perduto.
La stessa analisti sottolinea che il numero delle domande possa essere sottostimato. Molte richieste sono infatti ancora in fase di lavorazione, altre sono state compilate in modo non corretto o richiedono un'integrazione. Stando alle stime, le richieste “bloccate” sarebbero circa 250 mila. Cambia quindi l'ordine di grandezza, ma, sottolinea la Cgia, si tratterebbe pur sempre di una quota “bassissima” rispetto alla platea dei possibile beneficiari: il 5,6%.
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Il profilo dell'autore
Paolo Fiore, giornalista professionista e leccese in trasferta: Bologna, Roma, New York, Milano. Dopo la Scuola di giornalismo Walter Tobagi, ha scritto per Affaritaliani, MF-Milano Finanza, l'Espresso, Startupitalia e Skytg24.it. Si occupa di economia e innovazione per Agi, FocuSicilia e collabora con il gruppo Rcs.