Le nuove frontiere del pagamento rateale

Non solo mutui e grandi prestiti. I pagamenti dilazionati possono riguardare anche transazioni di importo contenuto. E del resto, quando si parla di credito, questa non è una novità: i pagamenti rateali anche su piccole somme esistono da sempre e possono essere vantaggiosi tanto per l’acquirente quanto per il venditore.

Al consumatore consentono appunto di dilazionare il costo di un certo acquisto nell’arco di un certo periodo di tempo, in sintonia con il proprio budget. Certo, come abbiamo ampiamente sottolineato quando abbiamo parlato del Buy Now Pay Later e delle perplessità della Banca d’Italia, è sempre molto importante non perdere di vista la quantità di pagamenti dilazionati che si accumulano.

Dilazionare sì, ma non troppo

Per quanto di entità modesta, infatti, tante dilazioni sommate insieme possono dare come risultato una serie di debiti e pendenze che poi diventano, se non difficili, quantomeno antipatiche da gestire.

Soprattutto perché può capitare che la dilazione che si ottiene sia a tasso zero in termini di Tan (il famoso Tasso annuo nominale di cui vi abbiamo tante volte parlato, che indica il tasso di interesse “puro” in percentuale sul credito concesso e su base annua, non includendo però spese o commissioni), ma abbia un Taeg anche molto maggiore di zero.

Quindi fate attenzione: generalmente le dilazioni non sono gratuite e per ognuna che otteniamo paghiamo un prezzo, e i costi a nostro carico si accumulano.

L’instalment payment si fa digitale

C’è di buono che oggi, con le app bancarie che tutti noi – o molti di noi – hanno a disposizione sul loro telefono, richiedere e ottenere una dilazione di pagamento è molto semplice e anche, in termini di rischio di accumulo di debiti, più sicuro. Il creditore di riferimento è infatti uno solo – la nostra banca – e sulla base delle sue valutazioni sui nostri movimenti di conto e sulle eventuali precedenti dilazioni che abbiamo richiesto e ottenuto saprà eventualmente darci lo stop prima che il carico per noi diventi troppo.

Tieni conto però che su questo ogni banca ha una sua linea. Quindi se anche il principio generale vale per tutte, nel dettaglio ognuna si regola secondo i suoi specifici standard.

Come funziona l’instalment payment?

Noi finora vi abbiamo parlato di pagamento dilazionato: oggi, in epoca di impetuosa trasformazione digitale e di inglese che ne è la lingua madre, potreste sentir parlare di “instalment payment”, che letteralmente vuol dire appunto pagamento rateale.

Nella sostanza, cambia ben poco. In linea di massima, funziona così: tu hai un conto corrente presso una banca, che si può gestire anche tramite app installata sul tuo smartphone. Al conto è associata tutta una serie di servizi. Alcune banche danno ai loro clienti la possibilità di attivare appunto un servizio di instalment payment, con la possibilità di rateizzare i movimenti di conto associati ad acquisti di importo tutto sommato contenuto, che generalmente va da un minimo di poche centinaia di euro, con un tempo di rimborso di almeno tre mesi.

Quindi, ecco: tu fai un’operazione. Per esempio, ti compri un frigo nuovo. Tra i movimenti di conto appare il passivo della voce in uscita, mettiamo 600 euro. In corrispondenza di questo movimento, puoi eventualmente attivare l’opzione del pagamento rateale. A quel punto, selezioni il numero di mesi nell’arco dei quali vuoi rimborsare questo prestito che la banca ti concede e visualizzi l’ammontare della rata, commissioni e spese incluse (quindi Tan ma anche Taeg, ovviamente). Ricevi l’accredito e poi inizi a rimborsare.

Ma attenzione: non è da qui all’infinito

Ogni banca prevede infatti un tetto massimo, per la tua ma anche per la sua sicurezza, arrivati al quale ti dice stop alle rateizzazioni che puoi ottenere. E questa è una garanzia per te ma anche per l’istituto. Perché, anche se le cifre sono gestibili, comunque quello dell’affidabilità e del merito creditizio resta un punto di attenzione, che ogni banca è tenuta a valutare, per la serenità di tutti.

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Il profilo dell'autore

Credito e Consumi
blog di Maria Paulucci

Nata a Rieti, gli studi universitari a Roma, a Milano dal 2006. Dal 2007 al 2011 ha lavorato in Class CNBC, canale televisivo di economia e finanza del gruppo Class Editori. Nell'agosto del 2011 si è unita alla squadra di Blue Financial Communication. A dicembre 2017 è iniziata la sua esperienza in AdviseOnly.

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